martedì, dicembre 16, 2008

Ti regalerò una rosa, una rosa rossa per dipingere ogni cosa...

Questo è tempo di regali. Ce lo dicono le vetrine dei negozi, ce lo ricorda la radio, lo suggeriscono le pubblicità e i frettolosi appunti sulle agende nelle quali riportiamo qualche idea. Fare regali può essere un'attività stressante , riceverli un po' meno, anche se può mettere in imbarazzo. E' difficile fare un regalo azzeccato, è difficile ricevere un regalo utile o desiderato, riflettendoci, in una società come la nostra in cui in pochi devono fare a meno del superfluo, è quasi impossibile ricevere qualcosa di veramente indispensabile. Non sono avversa al consumismo: di sicuro preferisco vivere in quest'epoca di sprechi che in una in cui non c'era spazio per l'abbondanza, ma sono piuttosto critica nei confronti di alcune scene che si sono poste alla mia attenzione. Bambini con il broncio dopo aver scartato un pacco, ragazze deluse dal colore di una borsetta, litigi a proposito del "ecco , vedi, tu non mi conosci come dovresti"... Sono del parere che un regalo dovrebbe essere sempre fonte di gioia, non per il suo aspetto materiale, ma per il pensiero che c'è dietro di esso. Questo è anche il motivo per cui detesto fare regali "perchè devo" ma mi appassiona l'idea di andare alla ricerca anche del pensierino da un euro per una persona di cui invece mi importa. Mi sembrano concetti così lampanti che davvero non capisco come si possa fare una tragedia perchè qualcuno ha sbagliato forma, dimensione, stile o colore: nei casi più eclatanti lo si può sempre cambiare (e non credo sia una mancanza di educazione) , in quelli meno "gravi" non vedo perchè non passarci sopra fermo restando che se il dono è da parte di qualcuno che ha davvero pensato un po' a noi prima dell'acquisto, non credo che possa essere così sbagliato ;)

lunedì, dicembre 08, 2008

In viaggio nel tempo

Viaggiare, qualora non lo si faccia solo con la fantasia, ha come risultato ultimo quello di coprire distanze; distanze fisiche, che ci permettono di misurare gli spostamenti in termini di chilometri. Ma capita che varcare alcuni confini permetta di compiere un salto che è anche temporale. Non mi sto lanciando in teorie fantascientifiche su buchi neri e universi neonati, ciò cui accenno è verificabile. Alcuni paesi, alcune città inequivocabilmente di questo mondo, si sono fermate in momenti diversi del tempo e tutto, o quasi, dall' architettura, agli stili di vita, alle mode, in esse appare come una vecchia fotografia in bianco e nero. Non ho esperienza di tutti i luoghi del mondo, ma un viaggetto recente mi ha fatto posare lo sguardo su un piccolo angolo di est dove i grigi palazzi a schiera, decadenti se non in rovina, sono gli stessi di 40 anni fa e dove le donne si acconciano ancora i capelli con pettinature voluminose e eccentriche ciocche frisè. Dove i negozi, seminterrati, si affacciano con finestrelle rasoterra lungo la strada, e si è costretti a chinarsi per comparare qualcosa, e la musica che passa più spesso alla radio è quella che noi ascoltavamo 20 anni fa, e anche le auto per strada sono di quegli anni lì. E così ho realizzato che mentre alcune città sono proiettate nel futuro e visitandole quel futuro lo si può toccare con mano, in altre il tempo si è quantomeno rallentato. E chissà se, avendo la possibilità di viaggiare e vedere di più, mi sarebbe permesso di vedere altre bolle nel tempo, ancora più remote, ancora più singolari. E chissà perchè in tutto questo non posso fare a meno di provare una profonda malinconia.