lunedì, dicembre 21, 2009

Sognami, se nevica...

 Se solo ci si riflette, i desideri sembrano poter non finire mai. Se dovessi compilare una di quelle liste  di tutte le cose che si vogliono fare, provare o possedere almeno una volta nella vita, sarebbe lunga un chilometro e tuttavia sono consapevole che realizzare quei desideri non sarebbe essenziale per la mia felicità...o almeno lo sarebbe solo una piccola parte. Credo davvero che la felicità stia nel mezzo: una vita di rinunce, se pure per un più alto ideale, non è per me, ma neanche una vita spesa alla ricerca di ogni forma di appagamento. Desiderare è come far ardere una fiamma : non deve spegnersi, non deve divampare e distruggere quello che sta intorno, deve illuminare e riscaldare e se lo fa riempie il mondo di colori e, per qualcuno, indica una via.
Il protagonista di Novecento nel suo lungo monologo dice una cosa bellissima e tremenda " I desideri stavano strappandomi l'anima, potevo viverli ma non ci sono riuscito, allora li ho incantati, uno ad uno...". Da parte mia posso solo suggerire di non incantarli, i vostri desideri, non so, mi sembra un buon suggerimento, sotto Natale.
Buone feste amici miei, ci si risente nel 2010 :)

martedì, dicembre 15, 2009

Fiabe Tristi


Sono convinta che ci sia qualcosa di fiabesco nel freddo.
Sarà perchè nelle fiabe ci sono sempre lunghi inverni da attraversare, tormente e bufere cui sopravvivere, o perchè le fiabe sono belle quando qualcuno le racconta intorno al fuoco, fatto sta che in questi giorno mi sembra di vivere in un crudo incanto alla Stephen King. Non che ci sia niente di spaventoso, ma non saprei in che altro modo comunicare quel senso di  inquietudine e di bellezza che mi trasmettono alcuni scenari natalizi. Ecco, nonostante i bambini sorridenti e i babbi Natale grassi, dicembre ha delle atmosfere noir e suggerisce, a volte, un forte senso di contraddizione. Come una fiaba triste. Per quanto non sempre sia stato così, è opinione comune che le fiabe non debbano essere tristi...Voglio proprio vedere chi va a raccontare a un bambino che nella versione originale la Sirenetta muore! E la Sirenetta  non è nemmeno la peggiore.
Osservando degli accattoni per le strade della capitale, tra tutte le luci sfavillanti e le decorazioni, non ho potuto fare a meno di pensare alla Piccola Fiammiferaia. Quella sì che mi sconvolgeva da piccola... La ascoltavo e riascoltavo (ricordate le fiabe in cassetta? A mille ce n'è...) e credevo che prima o poi il finale sarebbe cambiato.
Ma ci sono casi in cui il finale non può essere cambiato e per quanto si possa riascoltare la storia,  resta sempre lo stesso.

lunedì, dicembre 07, 2009

Serendipity

 E' una scoperta causale, non cercata. E', per dirlo con le parole del film, un fortunato incidente. Ma quello che mi chiedo,   che chiedo a chi mi legge, è se davvero le coincidenze esistono o se non ci sia un disegno nascosto, lì da qualche parte, nelle trame confuse delle nostre vite. Caso o destino? Libero arbitrio o predestinazione? A volte credo che se in qualche modo alcune cose o alcune persone mi fossero destinate, la mia esistenza potrebbe scorrere con molti meno affanni, sicura che tanto prima o poi ciò che deve essere si compia, ma poi mi dico che sarebbe ben poca cosa l'essere gli attori inconsapevoli di un film scritto da altri...E tuttavia perfino Truman, in certi momenti ha conosciuto la felicità...Perchè non sapeva, perchè era convinto di essere l'artefice del suo destino...E quindi , forse la cosa importante è non sapere,  è credere che con le nostre azioni possiamo far sì che accada qualsiasi cosa e che il caso possa mettere sul nostro cammino fortunati incidenti che, visti da un'altra ottica possono essere un miracolo, o il nostro destino.
Anni fa lessi un libro di Luciano De Crescenzo che aveva un'idea precisa sull'argomento. Con una serie di esempi da romanzo invitava a credere che gli esseri umani hanno il libero arbitrio e che il loro agire ha influenza su come e quando i fatti avvengono nel mondo, allo stesso tempo però esiste  una sorta di mano invisibile che porta alcuni eventi a compiersi, a prescindere da tutto e da tutti. Era un modo per trovare la solita verità che è nel mezzo ma fui lieta di scoprire un matematico e pensatore che crede fortemente che un libro ti capita tra le mani perchè non poteva che andare così o che una persona la incontri perchè, fosse in Africa o al bar sotto casa, qualcuno voleva che ti dicesse ciao, e non ti lasciasse mai più.

lunedì, novembre 30, 2009

The morning rain clouds up my window and I can't see at all...

 Gli americani sono i funesti inventori di tutta una serie di cose di cui potevamo benissimo fare a meno, fra le altre L'isola dei famosi, McDonald, la bomba atomica, Britney Spears e la musica house. Mi dicono che ogni tanto ne hanno imbroccata qualcuna giusta anche loro,  ma ciononostante  io sono prevenuta rispetto a qualsiasi "americanata" (a parte i film di Hollywood, che mi aiutano a spegnere il cervello e rilassarmi e che quindi apprezzo a prescindere). Ieri però sono stata portata a rivalutare una delle loro tradizioni, che fino a quel momento avevo bellamente ignorato, bollandola come l'ennesima festa consumistica: il Thanksgiving.
E' stata la mia prima festa del ringraziamento,  un po' atipica se vogliamo, dal momento che si è svolta tra un mix multietnico di italiani e espatriati, e per questo non so dire se anche negli USA il clima con cui si festeggia sia quello che ho vissuto io ma non ho motivo di dubitarne. Quello che ho captato è stato un grande desiderio di aggregazione e di rispetto per la tradizione,   ma senza retorica o ostentazione, solo esserci per il piacere di esserci e stare insieme, un po' come dovrebbe essere stare al mondo. Ieri l'unico ringraziamento corale è stato per l'organizzatrice della festa, ma credo che non sia sbagliato avere un giorno in cui ci si prenda del tempo per capire quali siano le cose per cui valga la pena essere grati.

lunedì, novembre 23, 2009

Chi disprezza compra?

 E' una tecnica così infantile che quasi quasi mi fa tenerezza. Pargoli che usano i loro giocattoli a mo' di arma su altri pargoli, bimbi che tirano le trecce alle loro compagniucce di gioco, adolescenti vestite da Braz che riempiono  di insulti  altri adolescenti che portano le mutande sopra i pantaloni, babbuini  maschi che inseguono babbuine femmine...sono scene di una semplicità a dir poco disarmante. L'idea di fondo è che dissimulando il nostro apprezzamento per qualcosa o evidenziandone i difetti, si possa in qualche modo ottenere "un prezzo migliore". Nel campo delle relazioni umane funziona? Secondo me è tutto tranne che una tecnica infallibile. Per come è il mio carattere se qualcuno fa il difficile con me, lascio stare. Non ho tempo nè voglia di chiedermi se sta applicando qualche oscura tecnica appresa su Men's Health o i consigli del sessuologo di Loveline. Parlare serve per comunicare. Se diciamo una cosa e ne pensiamo un'altra non comunichiamo. Le nostre azioni comunicano i nostri pensieri, quindi le nostre azioni devono essere coerenti! Di solito sono le donne a montare i più strambi castelli in aria a proposito di una relazione (o presunta tale) sulla base di congetture e elucubrazioni mentali (ma attenzione, anche i maschietti non sono immuni!). In questo senso è  illuminante  un film che ho visto di recente  "La verità è che non gli piaci abbastanza". E' inutile farsi viaggi mentali: nel 90% dei casi chi ha interesse per qualcuno lo dimostra, volontariamente  o meno. Certo, quel 10% complica di un po' l'equazione, come se la vita, già di per sè, non lo fosse abbastanza...

lunedì, novembre 16, 2009

Il dono della sintesi

 Scarsamente considerato, il dono della sintesi è uno di quelli che apprezzo di più. Scarse capacità di sintesi minacciano fortemente il mio sistema nervoso.
Esempio:

- Con chi esce Fernanda questa sera?
- Ah, Fernanda... Non so se ti ricordi quell'omino basso che abitava accanto a Giuseppa, tu ricordi, vero, Giuseppa? L'ex babysitter di tuo cugino Gioppy...
- ... Gioppy non è mio cugino e  non ricordo Giuseppa ma, insomma esce con questo ometto basso...
- No, non esce con lui. Ma come, Gioppy non è tuo cugino?!
- ... Lo saprò se lo è, e lui non lo è!
E non ricordi Giuseppa?
- Ma insomma! Con chi esce Fernanda?
- Ah, Fernanda, non lo so.
- Ma come, e l'omino basso che  c'entrava?
- No niente, io non so con chi esce Fernanda, ma io e l'amica della zia (conosci la zia, partecipo' allo Zecchino d'oro e fu la più brava di tutti ma Topo Gigio corruppe la giuria e quindi lei fu eliminata al primo turno...), io e la zia avremmo voluto che lui le presentasse il nipote del figlio, che è tanto bravo perchè...bla bla.. bla...bla ..ecc. ecc...
Ora, sono io strana o sarebbe stato meglio che la conversazione si svolgesse invece così:
- Con chi esce Fernanda?
- Non lo so.

Ok, adesso mi direte che manco di poesia, sono fredda e poco comunicativa ma un'altro dialogo del genere e sparo a qualcuno...

lunedì, novembre 09, 2009

Potevi pensarci!

 Odio dover scrivere di questo ma al momento ritengo  sia doveroso farlo...Ecco, diciamo che è un servizio che rivolgo alla comunità per evitare che altri siano colpiti dalla calamità che si è abbattuta qui, sì, proprio qui, nel mio ufficio!
Allora ragazzi, ripetete tutti dopo di me: "Anche se mi fidanzo non smetterò di avere una vita sociale".
Insomma, ormai siamo adulti (o almeno parlo per me), qualcosa dalla vita dovremmo averla imparata. Io ho imparato che bisogna avere sempre un piano B. Aspetti una telefonata che non arriva? Chiama tu, e possilmente qualcunaltro. Lui ti dà buca a un appuntamento?  Invita un paio di amiche a cena. La persona con la quale avevi progettato il tuo futuro ti molla? Ebbene devi avere un futuro di riserva lì da quache parte sul quale metterti  a lavorare. Certo, prima puoi piangere, strapparti i capelli, disperarti, ma poi conviene rimboccarsi le maniche, perchè qualcuno può anche avere il potere di rovinarti la giornata, ma nessuno ha il diritto di rovinarti la vita. Chiaro no? Ma perchè il piano B sia attuabile in tempi non biblici la condizione necessaria è non aver mollato tutti gli amici durante i bei vecchi tempi in cui "Io e Te, Te e Io" sembrava essere l'unica realtà possibile. Certo, se si è fortunati qualcuno accanto rimane lo stesso, magari può accoglierti con uno scappellotto e dirti "Te l'avevo detto", ma personalmente, la mia dose di fortuna preferisco giocarmela nella buona salute e nel superenalotto, per cui, perfavore, una telefonata a Tizio e a Caio fatela ogni tanto. Qui in ufficio siamo inondati dalle lacrime e  dai pianti e il motivo è che, per la poveretta, la vita d'ora in poi si prospetta tutta in salita. Ma anche senza andare a immaginare tragici scenari che non auguro a nessuno, tenersi stretti gli amici non è mai una cattiva idea ;-)

lunedì, novembre 02, 2009

Bisogna saper perdere


Già da giuovinetta, quando a casa mia impazzavano i tornei di Risiko e nulla era in gioco a parte la dignità, avevo avuto sentore di che affaraccio brutto fosse la competizione. Ormai adulta non smetto di stupirmi osservando il modo in cui gli uomini, intesi come genere umano, senza distinzione di sesso, razza, ceto sociale e religione, impazziscono di fronte alla sconfitta. Ovviamente più alta è la posta più incontrollabili sono i concorrenti. Sto lavorando nel comitato organizzativo di un quiz a premi: 2000 iscritti, da regolamento passano il primo turno in 200. Ebbene 300 degli esclusi hanno scritto e/o fatto ricorso e/o telefonato non capacizzandosi di non essere passati. "Non è possibile che io non abbia vinto". Certo, ma la cosa più impossibile è che possano vincere tutti, e purtroppo il concetto non gli entra in capoccia. Alcuni insistono coprendosi di ridicolo "Ho dato tutte le risposte esatte! Controlli e confuti le mie risposte, se crede." Ok, ma devo davvero dimostrarti che LEOPARDI non ha vinto il nobel? Altri vedono ovunque il complotto. "Qui c'è qualcosa che mi puzza, io DEVO ESSERE tra i vincitori perchè ho dato tutte le risposte esatte!". Forse, ma sono stati in tantissimi a dare tutte le risposte, per cui vince chi le ha date in meno secondi, e quando gli dici che la persona che si è qualificata è stata più veloce la risposta è "Non è possibile!" Aridaje..Preferiscono tutti pensare al complotto, all'imbroglio, alla mistificazione piuttosto che ammettere che qualcuno possa essere stato più bravo di loro. Non vi sto a raccontare di quello che sosteneva di aver risposto a 3 domande in 1 secondo (E' il vostro cronometro che non funziona!"), o di quell'altro che ci ha intasato la posta di email perchè qualcuno prendesse in considerazione la sua tesi per cui una sciarpa, arrotolata intorno a un palo, possa a buon diritto essere considerata un turbante, ma vi assicuro che in questi giorni sono mio malgrado a contatto con persone che stanno raschiando il fondo del barile della loro dignità.
In conclusione: se non sapete
accettare la sconfitta, non partecipate!

domenica, ottobre 25, 2009

Perdutamente

Sono pronta per le mie impressioni di settembre.
Ma, direte voi, siamo in ottobre!

E' vero, però io ho i miei tempi per metabolizzare, e di questo ve ne sarete accorti ;)
Settembre è stato...bello, ma settembre è finito. A settembre c'era ancora aria d'estate, ora i colori dell'autunno rinfrescano le strade.
Per ogni ciclo che si chiude c'è un periodo di transizione in cui si ricerca un nuovo equilibrio. E' un periodo di divenire, di consapevole evoluzione, di scoperta, e io ho scoperto che mi faccio troppe paranoie...
Capirai, e ci voleva tanto per scoprirlo?
Evidentemente sì. E' una di quelle lezioni che va appresa per gradi. Ho vissuto la mia vita da formichina, e non mi ha sempre convinta. Ora, con l'inverno alle porte, inauguro la mia stagione da cicala. Rischioso? Forse. Ma non per chi ha intenzione di portarsi l'estate nel cuore.

mercoledì, gennaio 28, 2009

C'è un tempo perfetto per fare silenzio guardare il passaggio del sole d'estate e saper raccontare ai nostri bambini quando è l'ora muta delle fate

Dio, è proprio tanto che piove e da un anno non torno da mezz'ora sono qui arruffato dentro una sala d'aspetto di un tram che non viene.

Questo post sarà l'ultimo, o almeno lo sarà per il tempo che ci vorrà. E la causa è l'inquietudine che mi ha preso in questi ultimi mesi e che, adesso più che mai, mi impedisce di essere Lieve. Quando ho iniziato a scrivere in questo spazio, essere lieve mi ha molto aiutata, non sarò mai in grado di spiagarlo a chi non c' è passato, ma la leggerezza è stata una cura miracolosa per il peso che mi portavo nel cuore. Adesso però ci sono altre cose che devo affrontare e non riesco a essere autenticamente Lieve. Forse non è un buon motivo per smettere di scrivere, ma sicuramente è un buon motivo per smettere di scrivere qui, perchè queste pagine virtuali per me hanno un significato e mi sembrerebbe quasi di profanarlo continuando lo stesso. Esistono infiniti spazi e infiniti tempi. Al momento per me questo non è il tempo per scrivere qui. Grazie a tutti coloro che hanno letto i miei deliri, baciotti a tutti voi...ma non vi saluto perchè tanto, nei vostri blog, continuerò a girellare lo stesso :)

Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

sabato, gennaio 17, 2009

Una stanza tutta per sè.

A volte ho bisogno di confusione. E vivere con mio fratello e mia sorella, me ne assicura una buona dose. Non è soltanto per il disordine materiale che si accompagna alla convivenza, ma soprattutto per il fatto di non sapere chi troverai a casa, l'arrivo di ospiti (altrui) inattesi, il dover aggiungere un posto a tavola anche quando hai preparato soltanto un'insalata. Tutto ciò riempie vuoti di cui non si è neanche consapevoli, e che colpiscono, con la loro grandezza, soltanto nei casi in cui, magari per essere rimasto a casa una sera che tutti invece escono, ti ritrovi da sola. Ma esistono anche risvolti negativi, come l'esser beccata in pigiama nelle ore più impensabili del giorno, o con un asciugamano raccolto a turbante sui capelli bagnati, o il tuo divano preferito che diventa il letto dell'ospite di turno. Non fraintendete, perchè in genere queste cose non sono un problema... purchè non mi capitino tutte insieme!!!
Dopo la stanza singola, il mio nuovo sogno è un monolocale o_0

domenica, gennaio 04, 2009

The butterfly effect

Una farfalla sbatte le ali in Europa e un tornado si scatena ai tropici. Imprevedibile effetto valanga. E le nostre decisioni, la nostra indifferenza, le nostre parole in che modo influenzano il mondo?
E lasciando da parte il macrocosmo, che dire del modo in cui influenzano la vita di altri come noi? C'è chi cambia vita in maniera radicale: entrando nella Legione Straniera, prendendo i voti, cambiando sesso... Ma come si giunge a queste determinazioni e, caso per caso, è possibile risalire alla "farfalla" che con il suo impercettibile battito d'ali ha determinato la scelta?
Ho recentemente scoperto che un mio vecchio compagno di classe delle elementari ha compiuto una delle sopracitate eclatanti scelte di vita - scelta che comporta una buona dose di rinunce e sacrifici perquanto nel farla si ritenga senza dubbio di trarne benefici maggiori.
La mia mente è tornata indietro nel tempo, agli antichi banchi di scuola. Sono stata un po' crudele con quel compagno di classe. In tanti piccoli modi ho compiuto tante piccole crudeltà vagamente inconsapevoli come solo le crudeltà dei bambini possono essere.
E ora non ho motivo di ritenere che lui non sia felice pensando a chi diventerà e, anzi, tutto lascerebbe pensare che abbia trovato la sua strada per la felicità. Eppure non riesco a fare a meno di pensare che in piccolissima parte sono stata io a spingerlo a compiere quel passo, io e le piccole crudeltà di chissà quante altre persone.
E mi chiedo se non potevano esserci altre strade per lui. Me lo chiedo e mi sento un po' in colpa...