Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere da parte qualcosa per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Così ti sei consumato a poco a poco.
Mi piace Murakami, ma questa frase, a ben vedere, è di un cinismo allucinante: quando davvero smetterò di attaccare qualcosa di me a ciò che considero prezioso, allora saprò per certo di essermi consumata. Nella vita di tutti i giorni mi accorgo che non c'è nessuno disposto a fare niente per niente, perfino i sorrisi hanno un prezzo e ciò che è peggio, è considerato normale. A volte ho una paura spaventosa di assimilarmi a questo meccanismo, se non altro per difesa, e ho paura di diventare una persona che non voglio essere, simile a coloro che incontro ogni singolo giorno, quelli che vogliono tutto ma non vogliono dare niente. C'è un'avidità in tutto questo, un'arsura, che mi dà la vertigine. Sono loro a rubarmi i frammenti di anima e i momenti di gioia, solo mi chiedo, si può essere felici così? Si può essere "vampiri" del buono di un'altra persona e esserne contenti? Io non potrei, ma io sono solo una scribacchina solitaria, naif e sognante.
C'è un'altra frase che mi piace molto
Ciò che dai è tuo per sempre, ciò che tieni solo per te è perduto.
Forse davvero non mi sarà rimasto granché, però io ho dato. Non mi vergogno delle cose che ho fatto, o che ho detto. Non ho mentito, non ho ingannato, non ho consumato chi mi stava accanto. E nei rari momenti di lucidità mi rendo conto che la persona che voglio vicina deve essere così, qualcuno che non mi consuma perché mi dà almeno quanto si prende. So che è infantile sperare in questa cosa, e che sono grande per questo tipo di risentimento, ma sono così stufa di vedere gente che mente a se stessa e agli altri. Non posso credere di essere l'unica a pensarlo eppure mi ritrovo ad essere l'unica che lo dice. Gli altri mi dicono "vedrai, un giorno troverai quello che cerchi", e mi andrebbe anche bene, se non fosse che loro invece, si sono accontentati, e stanno giocando un gioco al massacro con chiunque abbiano "finalmente" trovato.
Credo di essere nata in un mondo parallelo e di essere giunta qui attraverso un buco nero.
Questo significa che l'uomo che cerco esiste ma non lo incontrerò mai. Ma in qualche modo mi conforta sapere che è là fuori e anche lui mi cerca e mi sogna. Cerca me. E sono l'unica cosa di cui ha bisogno.