Ho sempre avvertito, fortissimamente, la sensazione di non essere che un granello insignificante dell'universo. A volte la percezione di quelle grandezze mi facevano sentire il calore di un grembo materno ma più spesso la sensazione era di solitudine e di abissi siderali.
Poi invece mi capita, come adesso, di riuscire a pensare a più dimensioni. Credo che nella filosofia orientale sia un'esperienza vicina al satori, o all'illuminazione che dir si voglia.
E' in momenti come questi che gli oggetti, le parole, il mondo, si svelano e il pulviscolo di esistenze appaiono per quello che sono: microcosmi nel macrocosmo.
E non ti senti più così insignificante, e l'universo là fuori non è più così immenso.
L'universo là fuori non è più così diverso da te e scopri che dentro di te puoi trovarci di tutto. Un caldo grembo, una landa di ghiaccio...
8 commenti:
A me piace l'idea delle scatole cinesi: cambia la dimensione ma sono tutte della stessa forma. Per cui se guardiamo dentro di noi possiamo capire l'universo. E viceversa. Per natura sono portato alla prima via. Eppure quest'universo che a malapena contengo, a volte chiama, vuole riempire anche qualcun altro. Ed è un casino...
Concordo sulle scatole cinesi. E poi, non sai ma cosa ti aspetta...
Già, le scatole cinesi rendono bene l'idea ;) e poi caro Mushin, non credi che sia normale che un universo che a malapena contieni, voglia riempire anche qualcun altro? ^_^
Il problema è trovare un qualcun altro che...
:D
Bello il tuo blog... è di un'atmosfera rarefatta.
L'ho aggiunto al mio blogroll.
Ciao, Seavessitempo
@Mushin,non farmi essere banale...chi cerca trova!
@Silvio...Grazie ^_^nonostante i panda e qualche altra cosina, cerco di essere minimalista ;)
Come quando Siddharta (H. Hesse) esce dal boschetto Jetavana, quello del Buddha, e "scopre" il mondo, lo vede finalmente, considerandolo senza indagine, in una disposizione di spirito infantile.
Si accorge della magnificenza del mondo, senza cercare altro aldilà, e si riconosce in quello che vede.
non so se ho interpretato bene ciò che hai scritto, ma credo di esserci andato almeno vicino...no?
Hai colto perfettemante nel segno ^_^.
Il senso è che non c'è differenza tra te e l'altro, sebbene di solito non ce ne accorgiamo. Ma in stati particolari di spirito riusciamo a vedere tutto con chiarezza.
Non sono buddhista, ma mi piace l'idea che nella natura di ognuno di noi esista un'intima affinità con il cuore del mondo :)
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