giovedì, novembre 27, 2014

"Forgive me" is all that you can't say...

Lo so, lo so. Lo so. In certi contesti le parole non servono. Gli sguardi, bla bla bla bla, tutto vero, tutto giusto, ma chi legge questo blog dovrebbe ormai sapere che io sono per la comunicazione, meglio se diretta. C'è qualcuno là fuori, che mi deve delle scuse. Una vagonata di scuse. E il fatto che non sia qui a farmele mi crea un problema e mi indispone.
Sento già una vocina petulante che sussurra "Ma tanto con le scuse che ci fai? Risolvono forse qualcosa?!". Ebbene vocina petulante, sì! In tutta onestà, delle scuse, sentite, mi farebbero stare meglio. Negarmele è un ulteriore segno di bassezza e pochezza d'animo. Quando si agisce male, chiedere perdono è necessario, non serve solo a dare un briciolo di soddisfazione a chi ha subito il torto, ma a mio avviso è un'ammissione di colpa che stabilisce che un confine è stato violato e non doveva esserlo. Se non senti di dover chiedere scusa a qualcuno, non hai preso atto del fatto che gli hai fatto del male, che hai oltrepassato  un limite, oppure, il chè è peggio, lo sai e  non te ne frega niente.
Chiedere perdono, se sbagliamo, ci rende migliori. Oddio, non farà di noi dei premi Nobel, ma sicuramente ci rende migliori di chi non lo fa.
Ricordatevene la prossima volta che l'orgoglio, la presunzione o il menefreghismo vi suggerirà di stare in silenzio. Ricordatevene soprattutto se decidete di fare qualcosa a me!