mercoledì, novembre 26, 2008

Se un giorno io non fossi più io - divagazioni su cose più grandi di me. Molto più grandi.

La storia del Karma e della rincarnazione l'ho sempre trovata molto complicata. Cioè, il concetto di fondo è semplice: muori e la tua anima si incarna in un nuovo essere vivente.
Se nella tua vita passata sei stato cattivello, rinasci animale. Uno scarafaggio, in altre parole, è qualcuno che le ha combinate grosse quando andava su due zampe.
Se sei stato buono rinasci uomo e fonti ben informate sostengono che se non sei stato COSI' buono, può toccarti di rinascere donna.
Può anche darsi che tu ti sia comportato nella maniera più ZEN possibile, così che, al momento della morte, abbandoni per sempre questa valle di lacrime, ti sganci dalla ruota della morte e della rinascita ed entri nel Nirvana, che non è il paradiso, ma qualcosa di diverso, ammesso che qualcuno sappia esattamente cosa sia il paradiso. Il nirvana comunque, per citare parole non mie è "il grande vuoto e la sua assenza di santità", una definizione che, attaccata come sono alla "pienezza" terrena, mi spaventa un po', motivo per cui nessuno è mai riuscito a convincermi della desiderabilità di questo vuoto... ma sto divagando. Ho riassunto teorie che richiederebbero tomi interi di spiegazioni in due righe, quindi prendete le mie parole per quello che sono: becere approssimazioni. Dove sta la complicatezza cui accennavo? Be', ecco, la faccenda complicata è che il buddhismo (perchè di buddhismo si sta parlando) non crede nell'esistenza di un'anima individuale, quindi chi o cosa si rincarna? Qui le spiegazioni si sprecano, ma il concetto è che a rincarnarsi siano varie parti di te, non necessariamente tutte, parti che in qualche modo ti rappresentano ma non ti rappresentano in toto, così che l'essenza che si viene a creare nel nuovo individuo sei tu, e allo stesso tempo non lo sei. Concetto senza dubbio non del tutto privo di fascino ma per quel che mi riguarda non auspicabile come quello di un'anima immortale in cui io sono io e basta. Detto questo, la mia mente semplice si è chiesta chi o cosa sarei stata in passato se tutto questo fosse vero, e ho pensato a un essere che mi somigliasse almeno in parte, e l'unico che mi è venuto in mente è il gatto. Nessuna Cleopatra, nessuna Zarina Russa. Un gatto. Non so quale sia il peccato per una vita felina, certo è che un'esistenza da edonista non è la peggiore delle condanne :P E' solo un gioco ma se non fosse la vostra prima volta su questo mondo, chi credete che sareste stati?

venerdì, novembre 07, 2008

Chi ha paura del lupo cattivo?

Una assistente di volo ha comunicato che la colazione non sarebbe stata servita per via di alcune turbolenze. Pochi istanti dopo l'aereo sul quale viaggiavo ha cominciato a trasformarsi in una sorta di shaker per passeggeri. Io pur ancorata alla mia poltrona con le unghie, ho mantenuto una mia dignità, il mio vicino di volo, palesemente sull'orlo di una crisi di nervi, ha cominciato a dare segni di cedimento, con risate isteriche, gridolini e un fiume di parole il cui senso era "Mi sono appena sposato, ho tutta una vita davanti, sono troppo giovane per morire". Dubito che le cose che mi ha raccontato me le avrebbe dette se non avesse pensato sul serio di poter morire entro pochi istanti. Dubito che mi avrebbe addirittura rivolto la parola se l'aereo non avesse iniziato a ballare. E' curioso cosa siamo in grado di fare e di dire quando ci sentiamo in pericolo ed è curioso che siano situazioni diverse a scatenare in noi il panico. Io, ad esempio, dò il peggio di me in presenza di vermi e insetti, in particolar modo posso diventare isterica alla vista di uno scarafaggio, ma conosco uomini che tremano di fronte ai ragni, ai topi, e gente adulta che non prende sonno senza una lieve luce nella stanza... Quasi sempre le paure che ci paralizzano sono inconsistenti e irrazionali. Chissà cos'è che ci incatena davvero al di là della mera immagine di ciò che vediamo.