martedì, aprile 26, 2011

Italiani popolo di poeti, navigatori e...

Fruttaroli! Sì, avete capito bene, fruttaroli! E con fruttaroli non intendo i semplici fruttivendoli, quelli che la frutta, per l'appunto, la vendono. I fruttaroli sono persone connesse alla frutta in modi misteriosi e, alle volte, lasciatemelo dire, sospetti!
Come spiegare infatti la chiave di ricerca che da anni, campeggia in cima alle statistiche del mio blog? Ragazzi, non parlo di giorni o di settimane, parlo di ANNI! 
Una quantità strabiliante di persone è giunta in questo blog cercando "L'altra metà della mela". E se digitate su google queste parole il primo risultato è proprio il mio blog! Ma siamo pazzi? Vuol dire che se un giorno il signor google scopre che in realtà forse quel primo posto non me lo merito, sul mio blog non ci arriva più nessuno! Per quanto io mi sforzi di riempire queste pagine di argomenti arguti e accattivanti, circa un quarto dei miei lettori viene qui per sentir parlare di mele, kiwi e carciofi. Forse è  un messaggio che la rete mi invia per farmi aprire un banchetto al mercato.
E chissà che non sia davvero quello il mio destino.
Ma tanto per non tradire la tradizionale profondità dei miei post, lasciate che chiuda con una massima.
Fruttaroli d'Italia, voi che  digitate "cerco l'altra metà della mela", forse vi stupirà ma google non vi può aiutare. E nemmeno internet, e perquanto sia zeppo di foto di mele  e fragole, nemmeno questo blog. Per trovare la buona frutta bisogna andare al mercato. E sceglierla di persona.

Per quanto criptica, vi assicuro che è una buona massima.
Poi dipende da voi. Io nella teoria sono bravissima, nella pratica un po' meno.

E' per questo che sono sempre sola come un gambo di sedano.



giovedì, aprile 14, 2011

C’è un fiore…Credo che mi abbia addomesticato.

Esiste al mondo qualcuno che vi ha fatto pensare "C'è riuscito, mi ha addomesticato" ? E con questo non mi aspetto che vi abbia tenuto sul bordo di una piscina con una palla sul naso, anche se ammetto che sarebbe interessante vedervi in una tale circostanza.  E non mi riferisco nemmeno a tutti quelli che per amore di qualcuno in certo modo e in certa misura, cambiano.  Che poi, diciamo la verità, i cambiamenti spesso sono un fatto esteriore, una finzione o, nel migliore dei casi, un compromesso per il quieto vivere.  "Da quando sto con Richard sono diventata vegetariana anche io"... E te credo! Chi lo sopporta altrimenti il signor Gere quando ti mangi una bistecca?
"Il mio Puffino è un te-so-ro. Tutte le domeniche si alza alle 7 per aiutarmi a fare le pulizie". Ma quello che non ti dice di Puffino è che la sua alternativa è dormire in giardino e, sulla lunga distanza, il divorzio.
"Da quando mi conosce il mio Totò è un altro uomo. Ha chiuso con la droga, la malavita e le donne di malaffare!" Ed è vero! Il suo Totò è davvero un altro uomo!
E' il fratello gemello per l'esattezza.  Il vecchio Totò è scappato 10 anni fa, quando ha capito che volevi incastrarlo. Le persone non cambiano facilmente, sicuramente non lo fanno per gli altri. I cambiamenti sono innescati soltanto da una convinzione profonda.  L'addomesticamento è un'altra cosa.
E' la creazione di un legame. E' rendere familiare ciò che prima era estraneo. E' una fiducia continuamente messa alla prova e eternamente rinnovata. E' un'accettazione graduale e reciproca della propria vicinanza. Non pensiate che sia facile accettare la vicinanza di qualcuno! Provate a infilarvi in un ascensore affollato, o a dividere il bracciolo della poltrona con il vostro vicino al cinema! Ma quando qualcuno arriva, un po' sporco e con rimasugli di cibo agli angoli della bocca, e  prende posto accanto a voi sul divano, e a voi sembra la cosa più naturale del mondo, e non provate nemmeno un briciolo di fastidio, è allora che vi hanno addomesticato. E credo sia una cosa buona. 
E' per questo che a volte ho voglia di prendermi un cucciolo.

In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.  Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino….

mercoledì, aprile 06, 2011

L'attimo fuggente

 Tutto scorre, dicevano i greci, ed è una verità immutabile. Non serve che sia io ad esporvi il modo in cui il tempo consuma le vite, simile a una candela la cui fiamma risplende nel buio e alla fine si spegne.
La diretta conseguenza del Panta rei  è il carpe diem di oraziana memoria. Cogliere l'attimo però, di questi tempi,  non sembra più un consiglio ma un imperativo categorico.
Sperimentare tutto ciò che la vita può offrire è una tendenza che in tanti vivono con una urgenza senza fine. Il carpe diem è diventato l'alibi per attraversare tutti i confini,  giustifica coloro che si buttano alla cieca nel futuro. E' anche la scusa più frequente per molti gesti egoisti.

Non sto rinnegando un pensiero che ha una sua innegabile saggezza, penso solo che la sua evoluzione moderna tradisca il significato originario. Carpe Diem significa vivere il presente. Significa saper riconoscere l'importanza del qui e adesso. Non ha nulla a che fare con l'angoscia di un piacere futuro che si può perdere se non si è abbastanza pronti. Ci sono infinite vie che potenzialmente è possibile percorrere, ma questo non significa dover cambiare direzione ad ogni bivio.
Si può perdere completamente la strada e infine anche il momento in cui è possibile tornare indietro, passa.


Eh, lo so, per essere Lieve, questa volta sono stata pesante :P