venerdì, dicembre 28, 2007

Lievemente in vena di nostalgiche nostalgicherie

Non è solo il Natale...è tutto ciò che comporta.
Gli amici che ritornano in città, e tu che cammini per il corso, solitamente vuoto, e li incontri. I pranzi e le cene con parenti di ogni ordine e grado, quando ti accorgi di avere una famiglia tale che al confronto il regista del "Mio grasso grosso Matrimonio Greco" non si è inventato niente, e ci ha perso pure qualcosa.
Una casa, dove i tre che sedevano ogni giorno a tavola, diventano 7.
E poi c'è che tiri fuori gli addobbi, le luci, le statuine del presepe e tra gli scatoloni trovi vecchi oggetti che hai dimenticato. E per strada, nelle vie, senti odori e profumi, e anche quelli li avevi dimenticati e non sai come sia stato possibile, dimenticare quelle dolcezze.
E il frastuono lieto della tua vecchia compagnia, che ogni anno si riunisce e sembra non essersi mai lasciata...
Tutto questo è vero, ed è reale, e non dovrebbe pertanto infondermi nostalgia ma quando lo assaporo divento nostalgica di un posto ideale, dove forse non sono stata che in sogno, un posto dove le cose che perdo e dimentico, in realtà sono sempre rimaste con me.

sabato, dicembre 22, 2007

Una donna per amico

Una decina di anni fa ero fermamente convinta che l'amicizia tra uomo e donna non esistesse, non a certi livelli almeno. Solo pochi anni dopo sapevo che l'amicizia tra uomo e donna può esistere ed essere bellissima, sempre che ai due soggetti in questione non piaccia lo stesso uomo (o la stessa donna). Adesso ho cambiato nuovamente idea. Guardo le foto dell'ultimo compleanno e mi accorgo che a parte la cara Nuvola, gli altri amici a essere con me quella sera sono tutti uomini e se sfoglio le foto degli anni passati mi rendo conto che molti di loro compaiono in scatti di parecchi anni addietro. E' solo un caso che le altre mie amiche donne ora siano sparse per tutta Italia e che qui sia rimasta con i rappresentanti dell'altro sesso, ma il punto non è questo. Il punto è che ho notato che chi mi vede uscire spesso con alcuni di loro, non crede mai che siamo solo amici. Anche persone che non dovrebbero avere nessunissimo dubbio a riguardo alle volte insinuano sospetti. Ora, non è che la faccenda mi sfiori minimamente, sebbene essendo maggiorenne e vaccinata non avrei alcun motivo per nascondere niente, ma davvero è così incredibile essere solo amici e uscire insieme? o_0

mercoledì, dicembre 19, 2007

Quello strano venerdì

Di solito non parlo di cronaca, di qualsiasi colore, ma c'è una notizia di ieri che non so trattenermi dal commentare. Una coppia italiana ha lottato per 15 mesi in tribunale, arrivando addirittura in appello, per poter chiamare il figlio Venerdì. Hanno perso. E per fortuna, aggiungo io. Ciò che mi perplime non è tanto il nome scelto dai genitori per il pargolo, quanto l'accanimento nel volerglielo imporre. C'è gente che attende anni per avere un giusto processo e invece ecco come facciamo perdere tempo ai giudici. All'anagrafe vi hanno detto di no? Rassegnatevi! Chiamatelo Domenico o Sabatino. Io per prima ammetto che esistono nomi peggiori- tuttavia, la figlia di Madonna, Lourdes Maria, non subirà mai gli sfottò dei coetanei, se non altro perchè, se tanto mi da tanto, i suoi amichetti avranno nomi altrettanto bislacchi, da Oceano a Chanel, a Brooklyn a Apple. In ogni caso potrà contare su un esercito di analisti che penseranno a risollevare la sua autostima. Il povero Venerdì no. C'è solo una piccola possibilità che diventi lo zimbello della classe per il suo nome eppure questa possibilità esiste e i giudici pensano che non valga la pena rischiare sulla pelle del piccolo solo perchè i genitori hanno un insano concetto di originalità. Ma li facessero loro gli originali...
Ma poi perchè scegliere un nome che fa sembrare il frugoletto un parente povero della famiglia Addams? o_0

lunedì, dicembre 17, 2007

Beautiful strangers

"Non puoi permetterle di rovinarti la vita!"... E non sia mai, ci pensa già lui a rovinare le vite degli altri!
A parte questo sono proprio belle parole, che qualsiasi madre amorevole direbbe al figlio. Ci pensate che oggi le ha dette Stephanie a Ridge? Ho visto solo questo fotogramma dopodichè ho cambiato canale. Solo le mie ex coinquiline riuscivano a farmi vedere Beautiful e sempre e solo a malincuore. Ora però non voglio mettermi a sindacare sul perchè nutra un profondo rifiuto per le telenovelas di ogni tipo, ma voglio solo soffermarmi sugli aspetti involontariamente comici che pure hanno. Ad esempio, non posso fare a meno di ridere quando certi personaggi si lanciano in sentitissimi predicozzi moraleggianti quando anche per il più incauto telespettatore è evidente che ciò che guida ogni singola loro azione è il più sfrenato e insensato egoismo, Tutti agiscono pensando a nient'altro che alla soddisfazione dei propri bisogni, senza guardare in faccia nessuno e infischiandosene altamente di qualsiasi legame di parentela...Ecco, noto una certa affinità con alcuni programmi della De Filippi...In altri campi il trash non mi spaventa, ma in televisione mi procura ulcera e orticaria, quindi cerco sempre di evitare.

Mi permetto solo un ultimo appunto, casomai un qualche sceneggiatore italoamericano con molto tempo da perdere avesse la sfiga, tra i miliardi di blog più interessanti che esistono, di capitare proprio nel mio.
Ma Ridge non sarebbe ora che la smettesse di fare il belloccio sciupafemmine e cocco di mamma? Ancora un paio d'anni e sarà buono per la pensione o_0

sabato, dicembre 15, 2007

Oggi va così

Come ogni 14 dicembre ho ricevuto messaggi e qualche telefonata. Sono la prima a dimenticare ricorrenze e avvenimenti e agli auguri di compleanno non ci ho mai tenuto molto. Il mio compleanno sono 24 ore di bilanci al termine dei quali avrei voglia di sotterrarmi e mettermi a piangere, se solo fossi il tipo di ragazza che piange - motivo per cui, se il mondo resta indifferente a questa data non si può dire che mi dispiaccia, e se io stessa me ne dimenticassi sarebbe anche meglio. Il problema però non è il mondo. Il problema è che qualcuno che dice di tenere a me se ne è dimenticato. Mi ha dimenticata. E non è bello per niente. A ben vedere è molto interessante soffermarsi su chi invece se ne è ricordato. Tutti loro conoscono anche mia sorella gemella. Un caso? Non credo.
Sembra proprio che Lieve come nome mi si addica. Resto impressa come un'orma sulla sabbia, in riva al mare.

giovedì, dicembre 13, 2007

Quel motivetto che mi piace tanto...

Alegria/ come la rabbia d'amar/Alegria/ come un assalto di gioia/bella ruggente pena...
La conoscete? E' la canzone del Cirque du Soleil, ed è una bella canzone, che in questo periodo prenatalizio mi gira nel cervello, forse perchè la ascolto ogni volta che accendo il televisore. E come questo, ci sono decine di motivi che, con piacere o per forza, a dicembre ascoltiamo più che in qualsiasi altro mese dell'anno. Jingle Bells naturalmente, ma quella un po' la odio...meglio Imagine o Happy Christmas, Astro del cielo oppure...ma sì, una canzone che viene canticchiata per tutto il film di About a Boy, che io associo al Natale per quella scena indimenticabile dell'apertura dei regali, la canzone è Killing me softly... Lo so che alla fine ne avrò a noia di queste note però mentre passeggiavo tra i venti gelidi di questa città, erano l'unica cosa che mi dava un po' di calore...queste canzoni strafamose, di cui nessuno conosce esattamente le parole ma che tutti canticchiano tra sè e sè, quando pensano di non essere ascoltati...Queste canzoni dall'anima triste ma non tristi. Stafamose e commerciali, ma solo perchè la gente continua a cantarle anche se dice di odiarle...
Alegria/Como la luz de la vida/Alegria/Como un payaso que grita/Alegria

martedì, dicembre 11, 2007

Disordine


Lo vedo ovunque in quello che faccio.
A volte lo riconosco come qualcosa di familiare e in qualche modo rassicurante, ma poi mi accorgo che non c'è niente di rassicurante nel non trovare le pantofole ai piedi del letto o nel frugare per le chiavi dentro la borsa.
E il disordine è anche nei miei pensieri, sempre razionali, per carità...ma così male assortiti con quello che sento che spesso è illogico e tormentato.
E c'è disordine nei sentimenti, abbinati evidentemente alle persone sbagliate, in maniera crudele se mi è concesso dirlo.
E se in alcune zone delle mia vita i pensieri, le persone e le sensazioni, i fatti belli e brutti, si ammucchiano e si sovrappongono, come montagne di vestiti su una sedia, altre zone restano vuote e disadorne e...sì...forse nel vuoto ci sarà pure ordine una buona volta, eppure neanche quel vuoto mi da sicurezza, ma ispira soltanto tanta tristezza.

lunedì, dicembre 10, 2007

Una voce nel silenzio

Restando in tema di frivolezze - come se poi avessi mai scritto d' altro- oggi parlo di voci. Alla classica domanda "Cosa ti colpisce di più di una persona?" mi rendo conto di dare spesso risposte molto diverse, l'unica costante, che non dimentico mai, è la voce. Sono un disatro con i volti e con i nomi, ma le voci me le ricordo e, il chè è piuttosto strano tutto sommato, mi ritrovo a saperle descrivere con dovizia di particolari. Una voce ha molti più connotati di un viso: può essere stridula, roca, musicale, vellutata, profonda, nasale...può avere intonazioni più o meno dialettali, può essere più o meno chiara e comprensibile e ogni persona avrà un suo modo particolare di scandire le parole, di concatenarle le une alle altre...la voce è come un'impronta digitale e per quanto non giudichi le persone solo dalla loro voce, è un elemento che per me ha un fascino particolare. A questo punto qualcuno forse penserà che la mia voce sia quanto meno intrigante, ma nella realtà non è affatto così o.0...è universalmente riconosciuto che la mia voce sia da cartone animato, qualcosa a metà strada tra Puffetta e Pikachu, non un granchè insomma, ma probabilmente l'unica calzante per come sono anche se a volte vorrei che trasmettesse un filino in più di autorità ._.

mercoledì, dicembre 05, 2007

E se l'anatroccolo della fiaba fosse stato semplicemente brutto?

Siamo cresciuti ascoltando la fiaba che racconta di come un brutto anatroccolo fosse in realtà un cigno, tanto bello da far schiattare di invidia i suoi presunti fratelli una volta divenuto adulto. E' una storia da non prendere alla leggera perchè a mio avviso inculca nella mente dei bambini un concetto non da poco. Inculca cioè che siamo destinati a qualcosa di più, che non siamo quello che sembriamo, che siamo crisalidi in attesa di diventare farfalle...Spesso è vero, ma se ci accorgiamo che non è così? Voglio dire, esistono le farfalle, esistono i cigni orfani ma esistono anche i vermetti che restano vermetti e gli anatroccoli senza problemi di paternità e a tutti gli effetti brutti. E cosa mai possiamo raccontare a questi (veri) brutti anatroccoli? Di sicuro non che un giorno si sveglieranno con il collo lungo e le piume bianche. Io credo che la verità non andrebbe celata, ma servita nuda e cruda se pur con con alcune precisazioni. Ecco...si può essere un anatroccolo poco piacente ma con tante altre buone qualità, o magari con poche qualità o anche con una sola qualità ma l'importante è mettere a frutto quelle doti che si hanno e che l'anatroccolo sappia di averle. Come disse qualcuno più saggio di me, "Siate un cespuglio se non potete essere un albero. Se non potete essere una via maestra siate un sentiero. Siate il meglio di qualsiasi cosa siate."

lunedì, dicembre 03, 2007

E' solo un gioco...non era un fuoco...

Parlo sempre tanto ma troppo spesso evito gli argomenti che mi fanno sentire nelle sabbie mobili, quando ogni parola in più mi fa affondare in un qualche ansiogeno sentimento oscuro. Ecco perchè vorrei dire a chi mi è vicino di ascoltare anche e soprattutto quello che non dico, che è tanto, a volte troppo e mi porta ogni giorno più in giù anche se taciuto.
Ci sono tante cose che vorrei imparare a fare, come catturare le farfalle con le mani o disegnare ma nella lista dei desideri da realizzare ce ne sono milioni , piccoli e grandi, a cui penso e per cui mi sforzo, ma che non sono pronta a condividere con il mondo. Baciare è una parola piuttosto impegnativa se bisogna associarle un nome senza pentirsene dopo, ma sperando di fargli cosa gradita, un bacino lo mando a Lorenzo, rigorosamente sul naso :P. Lettera...una è troppo poco, dico piuttosto "lettere", quelle che ho scritto e scriverò perchè di certe conversazioni e di certi pensieri mi resti per sempre una traccia. Testamento, non saprei da dove cominciare, perchè non credo di avere molto da lasciare ad altri, ma mi auguro che quel poco che c'è adesso possa crescere giorno per giorno.
E con questo sono arrivata alla fine del "gioco-catena" al quale sono stata chiamata a partecipare da Mushin. Ora tocca a me nominare qualcuno, e la mia scelta cade su Nuvola e su Lorenzo, sperando che la loro vendetta non sia tremenda o_0

venerdì, novembre 30, 2007

Che ne sai tu di un campo di grano...?

Ho aperto le imposte della porta-finestra del terrazzo e sono rimasta ad ascoltare il vento che soffiava giù, nel giardino.
Non so, forse un po' di quel vento mi è rimasto dentro e adesso è come se mi rombasse nel cuore. E mi è rimasta dentro anche la pioggia, e il freddo e qualche nuvolone oscuro, di passaggio.

C'era una promessa di inverno nell'aria e di tutte quelle che il tempo lascia è la più pericolosa. I giorni sempre più brevi e la luce sempre meno calda non fanno per me, vorrei averli solo sognati, come sollievo all'arsura in un campo, d'estate.
Che malinconia, la metereopatia...

giovedì, novembre 29, 2007

Niente è più affascinante di una chiave, finchè non scopriamo cosa apre.


Italiani popolo di ricercatori! Nel senso più bislacco del termine, se me lo concedete... Oggi giochicchiavo con quel mirabolante strumento che è shinystat e mi divertivo a scoprire quali stupefacenti chiavi di ricerca avessero condotto navigatori ignari della rete, da google al mio maldestro sito. E' stata un'interessante escursione tra stralci di pensieri, desideri accennati e perplessità di ogni sorta con le quali il mio blogghino raramente aveva a che fare. Ma non indugio oltre e riporto subito qualche fatto. C'era davvero di tutto. Certe cose me le aspettavo, come per esempio che chiunque ultimamente avesse cercato informazioni su delle lettere, sia stato giudiziosamente condotto qui dal motore di ricerca: lettere d'amore, di ragazze stupide, di solitudine, d'amore particolare (?), di perdono, dolci...E io che pensavo che le lettere non le scrivesse più nessuno, e invece c'è chi cerca le istruzioni 0_0. C'era poi chi cercava simpatiche esclamazioni, tipo "Ammazza la vecchia" o "Siam streghe!" ma sono state le domande, che gli italiani pongono a google come all'oracolo di Delfi, che mi hanno maggiormente colpita. Domande tecniche: "Esistono calamite che fanno male?" . Domande sociologiche: "Come si fa a capire quando una ragazza ti viene dietro?". Domande di cui nessuno vuole conoscere la risposta: "La mia ragazza si sente fredda, cosa significa?" Domande che neanche il mago Otelma: "Sogni: cosa svelano?" E l'immancabile domanda indiretta- retorico- esistenziale "A volte mi chiedo se esistano ancora valori assoluti". Per me è stato molto interessante scoprire che se che se s digita su google la frase "Tutto e più sui viaggi mentali" il secondo link che propone è quello per questo blog...lo avreste mai detto o_°? Ma in tutto questo non poteva mancare una di quelle frasi che fanno capire che là fuori c'è qualcuno capace di elaborare pensieri che avresti voluto elucubrare tu: per me è colui/colei che ha scritto questo "ho fatto degli errori nella mia vita mi vengono in mente e mi esauriscono".
Meditate gente, meditate.

martedì, novembre 27, 2007

Autoritratto

Vorrei aver imparato a disegnare. E invece sembra che l'unica cosa che possa fare con una matita sia scrivere. Oggi pensavo a quale potrebbe essere il modo più opportuno di fare un autoritratto di parole. Potrebbe essere il più realistico possibile, a partire dalla descrizione fisica, e quindi dovrei elencare tutti i miei particolari, dai capelli ricci alle lunghe dita delle mani. Oppure potrebbe essere un quadro impressionista, con forme indistinte e macchie di colore e dovrei almeno accennare alla mia pelle pallida e agli occhi verdi. Una descrizione un po' cubista necessiterebbe di un accenno al mio profilo greco- per così dire del mio naso- o magari, passando a forme più astratte e concettuali, potrei rivolgermi al'interiorità del mio essere e dire come sono a volte sognante, come sono, a volte, Lieve... Perchè è così che sono.
E li fuori? Qualcuno ha voglia di lasciare su queste pagine qualche pennellata di sè? ;-)

domenica, novembre 25, 2007

Il gabbiano

"Cosa sono i sogni?" chiese il figlio di Lia alla sua balia, con la voce infantile spezzata dal sonno.
"Sono fiabe dimenticate, storie perdute, abbandonate" rispose lei dolcemente "Ogni sogno é un mondo che raggiungiamo nel sonno, quando le nostre anime volano sulle ali degli uccelli. Da quando sono giunta in questa casa, la mia anima viaggia con un gabbiano. Non saprei dire perché, ma da questa camera che da sul mare ogni notte partiamo per terre lontane e sono nuovamente qui quando il sole irrompe nel giorno. Solo una volta ho rischiato di non tornare e di recidere il filo che mi ancorava qui. Simile ai bimbi delle fiabe che smarriscono la via di casa sedotti dai richiami delle fate, ho rischiato di perdermi nelle nebbie dei sogni, ammaliata da voci che non potrò mai dimenticare."
Il bambino si agitò nel lettino, deciso ad ascoltare la nuova storia.
"Il gabbiano é arrivato come ogni sera, le piume bianche confuse nella luce della luna. L'ho visto posarsi lieve sulle lenzuola di seta mentre già mi assaliva un noto torpore. Cullata dal respiro del bimbo nel letto accanto al mio, assopita dal profumo di sandalo e di lavanda del guanciale, la parte che custodisce la mia più profonda essenza é volata nelle terrre dell'Eterno Crepuscolo, dove non c'é conoscenza e non c'é dolore. Lì ho visto le danze del Popolo Minuto, i suoi giochi sulla riva del lago. Ho visto esseri di bellezza infinita invitarmi a ballare. Il ritmo dei tamburi era tutt'uno con il mio cuore e quando la musica cessò per un attimo fu come morire. Ma mani leggere mi condussero al banchetto nel bosco, fra cibi squisiti, aromi di incensi e foglie di agrifoglio. Seguiva i miei passi un uomo dall'aria cortese. Non aveva armi con sé ma lo distinguevano i lineamenti decisi di un guerriero. Quando ci venne offerto del vino, con gli occhi mi supplicò di non bere.
- É il succo dell'oblio- Sussurrò, e presami per mano si lanciò in una corsa furiosa tra gli alberi. Mille voci argentine ci inseguivano, rabbiose e confuse ma molto vicine. Io mi affidai al cavaliere come a un amico da tempo noto, senza neanche chiedere dove andavamo e se era davvero possibile trovare un riparo in quel paese fatato. Giungemmo sulla riva del mare, un cielo plumbeo si specchiava sulla superficie delle onde in tempesta e di colpo vidi l'uomo accasciarsi sulla sabbia, colpito in petto da una freccia d'oro. Morì tra le mie braccia... Un falco dalle piume lucide comparve nel cielo, rimasi un istante incantata a contemplare il suo volo e nella testa mi nacque un pensiero.

- Cercalo nel mondo dei tuoi ricordi, quello oltre il mare- Diceva.
Gli esseri magici erano intorno a me, decisi a ricondurmi nella città nella foresta, ma questa volta sapevo cosa avrei perduto andando via con loro e non ero disposta a pagare il prezzo. Sollevai le braccia e chiamai il gabbiano. Mi destai nel mio letto che non era ancora giorno e da allora cerco l'uomo del sogno..."
La balia sorrise guardando gli occhi del piccolo chiudersi sempre più.
"E non sei triste?" chiese il bambino con l'ultimo sforzo di volontà.
"No bimbo caro. Perché so che il mio destino é da questa parte del mare. E ora dormi".
Un pettirosso si fermò un istante sul davanzale della finestra e si rituffò nel cielo, volava sereno.

venerdì, novembre 23, 2007

Kitchen

Kitchen è il titolo di un libro che mi è sempre piaciuto molto. Neanche a dirlo la protagonista ama la cucina, il luogo più accogliente della casa, dove addirittura dorme, in cerca di conforto, quando perde la sua famiglia. La cucina è un luogo in cui creare, sperimentare, riuscire, migliorare, fallire. Tutte le sue cucine corrispondono a una fase della vita e dalla cucina capisce qualcosa delle persone che le sono vicine. Diversamente da quanto si potrebbe immaginare è un libro colmo di incanto e di mistero, che racconta di una ragazza pragmatica che affronta un mondo inaspettato, in compagnia di personaggi sopra le righe ma che impara a conoscere per quello che sono e non per quello che sembrano.
Niente, forse mi piaceva perchè insegna che ci può essere amore nel modo in cui si taglia una zucchina, rabbia nel pulire un pavimento, magia nel vedere una luce a una finestra e che-forse, tutto quello che cerchiamo è a portata di mano, magari non in una cucina, ma chissà che non sia alla porta accanto.

mercoledì, novembre 21, 2007

Piccoli omicidi tra amici


Ma non solo quelli.
Si sa che in branco l'essere umano si trasforma, ma non sempre in peggio. Lasciamo alla TV e ai giornalisti i resoconti sui reati di gruppo e parliamo invece di quando la giusta compagnia ci ha fatto fare quelle cose un po' matte, un po' stupide ma innocenti e divertenti, che un giorno racconteremo ai nipotini, o anche no. Per esempio, io e due amiche quest'estate ci siamo sedute al tavolo con un gruppo di turisti muniti di cartellini numerati, e insieme
abbiamo dato i voti alla gente che passava per il corso pricipale di Lipari. Quando qualcuno vedeva una persona che gli piaceva la nominava con frasi tipo "La ragazza con il vestito rosso", oppure "Il ragazzo con il cappellino giallo", "Papà con bambino"...gli altri individuavano il soggetto e su le palette...
Naturalmente ci sono le imprese di gioventù, come quando con fratellini e cuginetti si dormiva sotto l'albero di natale, o anni dopo, in vacanza con gli amici in qualche zona scalcagnata del mondo, noleggiando una macchina dall'aspetto al contempo truzzo e decrepito che a malapena partiva (vorrei poterla mostrare...meritava e capireste perchè l'ho citata). Ancora ricordo una certa notte di capodanno, ci siamo ritrovati in una dozzina a cantare il motivo di un valzer, per strada, e ad aprire le danze sotto le luci della torre Eiffel. Ricordo gavettoni, e chitarre, pedalò notturni e altre vicende, e sorrido. Molti di quei volti che rivedo sono gli stessi che ho accanto adesso, altri invece sono di persone che ho dimenticato ma ciò che mi fa stare bene è il pensiero di aver condiviso una risata, un sogno infantile, un desiderio di avventura, con qualcun altro. Perchè è condividendo che ci si sente più vivi.

martedì, novembre 20, 2007

Fatti non foste a viver come bruti...


Il lavoro nobilita l'uomo, ma in tempi come i nostri in cui è quanto mai scarso, fortunatamente non è il solo elemento a decretare le nostre virtù.
Avete capito di che sto parlando? Si tratta di tutte "le altre cose" a cui indirizziamo le nostre aspirazioni e la nostra passione quando il tempo ce lo permette.
Mi piace immaginare che in un mondo ideale tutti potremmo essere chi desideriamo. E sarebbe un mondo assai più colorato, pieno di mimi, pittori, saltinbanchi, creatori di origami, marionettisti e fotografi di nuvole. Attività inutili, è vero, ma trovo che nell'effimero e nell'insensato a volte si nasconda una grande pace. Rispetto a tutte le attività che portiamo avanti durante la giornata i nostri hobby hanno un grandissimo vantaggio: il risultato non conta. E' così. E ve lo dice una frequentatrice di karaoke con un repertorio che va da Cindy Louper a Raffaella Carrà, una che ha giocato partite di calcetto femminile incurante della folla che si raccoglieva per farsi due risate e che passa notti intere a scrivere racconti che nessuno leggerà mai. Paradossalmente, piccole cose senza senso come queste mi aiutano a dare un senso alla vita e a volte mi portano vicino alla comprensione di cose più grandi.

venerdì, novembre 16, 2007

Sono una ragazza semplice

E alla fine voglio anch'io ciò che vogliono tutte le ragazze semplici.Una Ferrari gialla che a mezzanotte si trasformi in cedro candito.
Un principe in nero che mi accompagni ai balli e che sia così bravo a condurre che la gente lo guardi ammirata e nessuno badi a me, che ho tolto le scarpette perchè i tacchi mi fanno male.
Una villa regale in contrada Castello con sette nani da giardino sotto il boschetto di meli...
Sarebbe bello, e neanche troppo complicato ma, se scavo un po' più a fondo, mi rendo conto che quel che desidero di più è una vita da fiaba, di quelle che non ti regala il genio della lampada.
Se avessi le scarpette rosse di Doroty, nel regno di Oz, chiederei anche io un luogo in cui tornare, che sia la mia casa, magari un monolocale, con pile di libri e cd e montagne di disordine, e la confusione più totale. E alla fata turchina chiederei qualcuno con cui litigare e piangere, e disperarsi, abbracciarsi, riconciliarsi, e che, con tutti i suoi difetti e nonostante una buona dose di orgoglio, sappia quando parlare, e quando stringermi e tacere. Perchè ci sono molti modi per essere soli. E molti modi per stare insieme. E queste cose non me le ha dette il grillo parlante, non ne ha bisogno, e io non le ho chieste nemmeno. E' ciò che tutti sognano, ma poi si svegliano. E non ricordano.

giovedì, novembre 15, 2007

Coffee and chocolate

Chi mi conosce lo sa.
Ho due grandi vizi...Cioè, in realtà ne ho molti di più, ma questi sono i più evidenti. Il caso vuole che appartengano entrambi alla sfera gastronomica: cioccolato e caffè. Cercate di capirmi, non mi affascinano come fanno con qualsiasi altro goloso, nel tempo ho sviluppato una vera e propria dipendenza. Bevo caffè a litri e a ripetizione, un po' come altri invece fumerebbero pacchi di sigarette. Col cioccolato fortunatamente mi controllo, ma almeno un quadretto al giorno, meglio se fondente, lo devo mangiare, o rischio di diventare irritabile e un pizzichino malinconica. A volte penso che dovrei darci un taglio ma poi ci rifletto e mi dico Perchè mai?

In realtà mi rendo conto che non sono tanto i sapori a legarmi, quanto i piccoli riti che ad essi si accompagnano: sentire l'aroma del caffè che si spande per la casa e l'allegro gorgoglio della macchinetta, scegliere le tazzine, rigorosamente colorate. e infine sorseggiare la scura bevanda con lentezza e serenità. La cioccolata invece la gusto di sera, accomodata sul divano, guardando la TV e, come avrete capito, è un modo di coccolarmi oltre che una mania. Toglietemi queste due cose e impazzisco. C'è qualcosa, anche al di fuori della vostra dispensa, senza la quale vi sentite perduti? Perchè per me è così...senza le mie droghe sono persa .__.

lunedì, novembre 12, 2007

La poesia vince di mille secoli il silenzio

Leggere è il mio modo di conquistare mondi fantastici. Sin da quando ero una bambina non ho mai conosciuto passatempo che mi attirasse di più. Sfioro le pagine di un libro e per qualche istante la mia mente si trova in un altrove vago e indistinto...il regno delle possibilità, il regno delle alternative infinite, dei finali mai scritti, dei particolari taciuti. E' il regno di tutte le storie narrate e di quelle che restano da raccontare. Non so spiegare perchè, ma questa breccia sull'infinito mi fa tremare l'anima e la riempie di malinconia. E' una sensazione dolce e quasi commovente. Penso alle Storie, e la mia vita mi appare insignificante. Penso agli scrittori, anche a quelli che amo, e penso che forse anche la loro vita lo era, insignificante, eppure in se stessi hanno trovato i semi dell'eternità. E trovo che anche questo dettaglio, a suo modo, abbia qualcosa di sublime, e di toccante.

sabato, novembre 10, 2007

Il bello dei viaggi sono i viaggiatori...

Nei miei peregrinare su e giù per l'Italia posso dire di averne viste di tutti i colori. In parte perchè l'Italia è piena di italiani, e già questa è una garanzia di strambità, e in parte perchè di solito mi muovo in treno, e si sa, o almeno io lo so, che i treni danno accesso a sconosciute e strampalate dimensioni.
In tutti i miei viaggi ho avuto la compagnia di soggetti eccentrici e disorientanti che- ne sono quasi certa- si smaterializzavano una volta scesi dal treno, andando forse a casa, forse in un altro mondo u_U.
Io ho visto cose che voi umani...ci vuole proprio eh... Ho visto una rissa tra vecchie e due giovani napoletani che, mentre quelle dimenavano i bastoni, interpretavano l'avvenimento e davano agli altri passeggeri i numeri da giocarsi al lotto. Ho stretto la mano di un uomo con tre dita, tre grosse dita che lo facevano somigliare a una specie di uomo arpia, ho ascoltato i deliri di uomini che sostenevano con convinzione la necessità che io aprissi un negozio e diventassi imprenditrice di me stessa, ho rifiutato un cortese invito in Costa Azzurra e preso un caffè con un becchino, una barista che voleva diventare una cantante e un controllore. Ciò che mi fa pensare che ci sia qualcosa di irreale in questi viaggi è che di norma tendo a dimenticarli immediatamente, finchè qualcosa non me li riporta in mente. Adesso per esempio, sento che ne sto dimenticando tanti, eppure per quanto i particolari mi sfuggano, mi vengono in mente i volti di centinaia di persone che ho incontrato. E il bello dei treni è proprio che ti può capitare a fianco chiunque, gente con cui magari chiacchieri per ore e che diversamente non avresti mai incontrato o con la quale non ti sarebbe venuto in mente di scambiare una parola. Ricordo una nonnina che, arrivate insieme a Roma, dovetti accompagnare, con i suoi bagagli, a prendere un altro treno, e poi un tipo che mi fece chiedere il numero di telefono da sua madre : , ricordo una ragazza californiana che studiava matematica ed era in vacanza con i suoi zii, e una famiglia australiana con 4 bambini che hanno cantato per tutto il tempo, un ragazzo che diceva di essere stato il timoniere della Amerigo Vespucci, una guardia carceraria, una maestra d'asilo. Mi chiedo se anche in loro sia rimasto un vago ricordo di me, me lo chiedo, davvero...

martedì, novembre 06, 2007

Profondamente


Quanto intensamente riuscite a desiderare qualcosa?
Ci sono momenti in cui mi convinco che non ottengo mai niente perchè non lo desidero abbastanza. Non mi sento una persona spenta, tutt'altro, eppure i miei sforzi in questa vita hanno la parvenza di quelli del matto che cercò di prosciugare il fiume bevendo...è come se ci fosse sempre qualcuno con molta più sete di me.
Mi capita raramente di accorgermente, ma quando vedo la passione negli altri, mi colpisce come un pugno allo stomaco.
Ecco...io voglio volere. Voglio che esista una ragione che mi assorba completamente. Negli ultimi mesi mi sono sentita dire più volte, come rimprovero, che sono una persona fredda, e io ho negato con veemenza, perchè io lo sento il sangue che ribolle appena sotto la mia pelle, però mi chiedo se non abbiano avuto ragione loro. Ciò che si sente dentro dovrebbe essere evidente anche fuori...o no?
Oddio...deliro...

sabato, novembre 03, 2007

Di mercatini, conversazioni improbabili e cani con cappello!

Intorno a me capitano cose bislacche.
In realtà accadono ovunque e intorno a tutti, ma per la forma mentis che mi distingue io le noto, le annoto e ci ricamo sopra. E' per questo che a volte mi sento una novella Amelie e i colori del mio mondo sono assurdamente accesi. Invece del solito mercatino cittadino del sabato, ieri mi sono spinta con una amica fino a quello di Tropea. Si tratta di pochi chilometri, ma l'impressione è stata quella di superare una linea immaginaria che dividesse il Polo Nord dall'Equatore. Di qua gente insciarpata e incappottata, di là altri in maglietta e pantaloncini...E che dire di Marco Polo?
Non l'esploratore dell'impero di Kubilai Khan, ma il buffo cane con cappello conosciuto sul corso, non più di 24 ore fa...Lui e il suo padrone, che parlava un misto di tre lingue e che era un distinto barbone piuttosto in là con gli anni, ben si ricordavano del mio amico che ha insistito per fermarsi a salutarli, memore di una conversazione avuta con loro e un bambino di quattro anni, l'inverno prima.
Cose che possono accadere, e che accadono...ma che hanno tanto di straordinario, se ci pensi un po' su...

giovedì, novembre 01, 2007

L'insostenibile leggerezza dell'essere...

Con i miliardi di persone che vivono in questo mondo, non mi aspetto affatto che quel che faccio io abbia particolare importanza o un profondo significato e sinceramente non mi interessa neanche che lo abbia. Ha senso per me, ha valore per me. Sono solo minuscole, leggerissime azioni che hanno peso solo nella mia vita e in quella di pochissimi altri. La mia esistenza non è un romanzo, non le si avvicina nemmeno, e ciononostante ad alcuni episodi della mia vita ci ritorno con la mente, rileggendoli, sottolineandoli, ripetendo a mente i passaggi più importanti. Ora, che il valore di questi frammenti, in termini assoluti e cosmici, sia infinitesimale è vero. Però è irragionevole aspettarsi che i miei amici capiscano quanto sono preziosi per me? Ieri ho raccontato a una mia amica un fatto, un pochino surreale, che mi era accaduto e mi aveva reso felice. Non ha trovato niente di meglio da dirmi che "Tutto qui? Chissà che credevo...non ti cambia la vita". Ci sono rimasta molto male.
Chi glielo spiega che la vita cambia ad ogni secondo?

mercoledì, ottobre 31, 2007

Streghe, cappelli e cappotti

Fra qualche ora andrò a zonzo per la città a ricercare un cappello adatto alla serata che si avvicina. Non sono particolarmente ammaliata dalle tradizioni d'imporazione, ma ogni scusa è buona per stare in compagnia, se poi ci scappa qualche pasticcino e qualche caramella, meglio ancora! Per la notte di Ognissanti niente nasi finti, niente parrucche....non ne ho bisogno u_u, un cappello a punta sarà perfetto per farmi calare nel ruolo da strega (._.)
Che poi, diciamolo...noi donne siamo tutte un po' streghe, non è così? Ci sentiamo belle e eleganti se vestiamo di nero, tendiamo a fare comunella tra noi in caso di crisi e... gli incantesimi ci vengono naturali ;)
Per non parlare del modo che abbiamo di distorcere la verità o_°. Prenderò ad esempio la giornata di ieri, di shopping con la mia mamma. Evento atteso e gradito, fino a quando ha realizzato che intendevo comprare un modello di cappotto che non le piace. Entriamo nel primo negozio e...non c'è, con suo gran sollievo. Ne usciamo e la prima frase che dice è "Niente, si vede che quest'anno non va più di moda e non li fanno". o_° Non fosse che uso anche io gli stessi trucchetti, forse ci sarei cascata :P

lunedì, ottobre 29, 2007

Non solo lettere d'amore...

Che io sia un po' grafomane, credo si sia intuito, ma le mie manie scrittoree non si esauriscono in questo blog.
Oggi rimuginavo su quanti condividano con me un'altra passione...ritengo che fino a dieci anni fa fossimo ancora in tantissimi, ma adesso mi chiedo se non sia anacronistico tenere una corrispondenza cartacea.
Ebbene sì, avete capito benissimo: nel mondo di internet e della posta elettronica, dei videofonini e della messagistica istantanea, mi capita ancora di comprare un francobollo e di imbucare una lettera. Compio questi gesti ormai desuesi così come compirei un caro rituale, e in effetti lo è.
Prima scelgo la carta, poi la penna e poi mi prendo del tempo, che sia davvero tutto mio, per comporre le frasi e condensare in quelle parole l'essenza di me e della mia vita e mentre scrivo provo a immaginare l'effetto di quelle frasi su chi leggerà. Naturalmente anni fa il volume della mia corrispondenza era molto più rilevante. Con gli anni, di tutte quelle persone che non avrei mai incontrato ne è rimasta solo una.
Però credetemi, ogni volta che il postino porta con sè una lettera, un pacchetto, una cartolina, per me è una grande gioia.
Oggi dunque mi chiedevo cosa avrebbero pensato di tutto ciò i miei "lettori per caso" e mi chiedevo se qualcuno di loro vivesse un'esperienza simile alla mia. Allora, che cosa mi dite?

venerdì, ottobre 26, 2007

Furon visioni, piume d'angelo, imprecisi messaggeri. Ma non fu un sogno...

Mai come in questo periodo sto pensando "all'attimo fuggente", alla necessità di afferrare le occasioni, le persone, i desideri entro quella piccolissima frazione di secondo in cui si ha l'occasione di farlo.
Quante possibilità sprecate, quante vie non intraprese e, sempre, quanta ansia.
In teoria vivere dovrebbe essere semplice come respirare, però quando respiriamo, non pensiamo all'atto di inspirare e espirare aria e quindi, forse, ma dico solo forse, occorrerebbe pensare di meno e vivere di più. Non si tratta di cose incompatibili, ma è scientificamente dimostrato che gli esseri umani possono fare al meglio solo una cosa per volta...
Quanta saggezza in quello che faccio. Quanti dei miei pensieri precedono ognuna delle mie azioni. Eppure ripenso a domenica, al modo in cui ho bandito ogni pensiero e mi chiedo se non sia quella la mia vera natura...Ecco, ci sono cascata ancora, sto di nuovo pensando troppo, e forse sono anche scivolata nel malinconico, quando tutto ciò che intendevo comunicare era una grande gioia.
Cieli tersi e venti pungenti che portano da lontano il profumo della pioggia, il suono di un violino per strada, i colori di un autunno dolciastro e il calore di una mano amica...
La vita può ancora sorprendere, stregare...ma l'incanto non va capito o pensato o riflettuto, va sentito e vissuto nell'attimo in cui appare.

mercoledì, ottobre 24, 2007

Ammazza la vecchia

Una mattina come tante, in una caffetteria a sgranocchiare brioches e bere cappuccini con una amica che non vedevo da tempo.
Naturalmente facciamo quello che fanno tutte le amiche quando si riincontrano dopo mesi di lontananza: chiacchiere e pettegolezzo selvalggio.

Mi sembra un passatempo non dico lodevole, ma non dannoso.
Ci stiamo aggiornando sulle reciproche calamità affettive/lavorative/familiari e perchè no, anche su quelle altrui che da un cumulo di golfini e maglioni accatastati sul divanetto accanto al nostro, con un giornale di sopra, salta fuori il naso di una vecchia, una specie di Miss Marple de Noiartri che ci dice "Ma non la finite! Sempre a parlare delle stesse cose! Vi conosco io! Ma non c'avete niente da fare?!..." E giù altre cose. o_0 Io ero shoccata da cotanta cafonagine, tanto più che per sentire quello che dicevamo la vecchia deve aver puntato verso di noi il suo cornetto acustico, la mia amica, che non ha molta tolleranza, ha imbruttito la vecchia e l'ha zittita con poche parole...Ma dopo poco quella ha avuto la malagurata idea di inveire nuovamente contro noi due al che Ros si è alzata, è andata dal caffettaro e gli ha detto che se non la faceva smettere di insultarci chiamava la sorveglianza... o_0 Ottima mossa, la vecchia ha taciuto...Però davvero...Non potete capire che odio che mi ha fatto...Io ho sempre rispetto per gli anziani, per certi versi sono meglio di uno scout...ma questa qui...

lunedì, ottobre 22, 2007

Contemplando rose rosse...

Ho sempre avvertito, fortissimamente, la sensazione di non essere che un granello insignificante dell'universo. A volte la percezione di quelle grandezze mi facevano sentire il calore di un grembo materno ma più spesso la sensazione era di solitudine e di abissi siderali.
Poi invece mi capita, come adesso, di riuscire a pensare a più dimensioni. Credo che nella filosofia orientale sia un'esperienza vicina al satori, o all'illuminazione che dir si voglia.
E' in momenti come questi che gli oggetti, le parole, il mondo, si svelano e il pulviscolo di esistenze appaiono per quello che sono: microcosmi nel macrocosmo.
E non ti senti più così insignificante, e l'universo là fuori non è più così immenso.
L'universo là fuori non è più così diverso da te e scopri che dentro di te puoi trovarci di tutto. Un caldo grembo, una landa di ghiaccio...

sabato, ottobre 20, 2007

Spazi emozionali

Tanto per cambiare, oggi parlerò di futilità, ma lo farò in modo tale da sembrare seria (u_U) . Intanto, come molti sanno io ho una sorella gemella. Il che mi porta a dire di essere stata in "doppia" sin dal grembo materno e quella è una località in cui, i più, hanno diritto a una singola. Non fraintendete, io ADORO avere una gemella e ADORO mia sorella, ma è il modo migliore per spiegarvi le parole che campeggiano nel titolo.
Per il 90% delle persone che conosco io non sono Ada (e neanche Lieve), non sono l'eccentrica indossatrice di cappotti colorati, non sono la strimpellatrice di chitarra da quattro soldi o un'anonima scribacchina senza talento, o perlomeno lo sono, ma non solo. Prima di ogni altra classificazione e definizione ed epiteto e soprannome io sono "una delle gemelle". Qualcuno, a questo punto, ha già intuito cosa intendo per spazio emozionale?Forse no, perchè al solito sono stata prolissa e per nulla chiara.Mi chiedo: in un mondo in cui, per mancanza di spazio, costruiamo grattacieli sempre più alti e automobili formato micromachine, e detersivi concentrati e pc portatili...in un mondo che è già così stretto, non è proprio possibile alle persone, avere uno spazio tutto per sè nella mente degli altri? Che bisogno c'è di stringersi anche lì? Avrò diritto a uno spazio emozionale tutto mio nella mente di chi mi vuole bene? Forse ce l'ho ma, diamine! E' così difficile dimostrarlo?

Diceva una certa volpe a un certo Piccolo Principe "Le parole sono fonte di malintesi..." quindi usiamole con criterio!

venerdì, ottobre 19, 2007

Eravamo 4 amici al bar...

Ma non volevamo cambiare il mondo.
A volte tutto quello che ti serve è poter parlare di cavolate: telecamere nascoste nella piazza del paese, ragazze che ricevono improbabili proposte di matrimonio, tradimenti filmati in diretta tv...
Stasera, per la prima volta in questo ottobre, ho sentito per strada l'odore delle caldarroste. Indossavo una sciarpa e mi ci sono accoccolata un po' di più, è stato il mio pensiero all'inverno che sta arrivando...
Strana cosa l'inverno con i suoi venti gelidi, la neve, il freddo ... io lo associo sempre con il thè che profuma di miele, con le fiamme di un caminetto che non ho, mani calde che sfiorano il viso, biscotti alla cannella...
C'era qualcosa di estremamente importante che volevo scrivere stanotte, c'era davvero eppure adesso non so più cosa sia...

mercoledì, ottobre 17, 2007

Il fascino dello schermo

Com'è che ogni volta che guardo qualcosa alla T.V. nel momento clou, nell'esatto istante in cui è di vitale importanza ascoltare una frase, qualcuno, nella stanza in cui mi trovo avverte il bisogno impellente di chiedermi a quanto vengono le castagne al chilo, o se nella parmigiana ci vuole o no il pecorino?
o_0 A me ste cose mi mandano in bestia, così come le soste davanti allo schermo... Ho una zia che adora prendere radiazioni direttamente davanti la tv, non lo so perchè, ma mi ricorda una falena gigante.
Mia madre invece ha la sindrome da zapping selvaggio, e io lo zepping non lo tollero proprio, alla fine non capisci un tubo di nessun programma quindi tanto vale scegliere! Ed è inutile cambiare durante la pubblicità, tanto sì sa che le danno in contemporanea su tutti i canali...

lunedì, ottobre 15, 2007

Se cerchi l'anima in una corda di chitarra

Tempo fa la musica si è rotta dentro di me, e ha fatto così male che ho pensato che proprio di musica fosse fatta la mia anima.
Non mi dava più conforto, non mi dava più niente.
Ora non tocco più i tasti del pianoforte e la chitarra prende polvere in un angolo della stanza, eppure potrei giurare che a volte la musica vibra appena sotto la custodia...
Ho diviso le ultime ore della sera con un'improbabile compagnia di segretarie tristi, personal trainer, musicisti e chef. Abbiamo condiviso note di bossanova suonate da uno strumento vecchio e amato. E per me è stato come se finalmente la musica vivesse ancora. Era lontana dal darmi il conforto, ma quantomeno mi ha dato misura di tante cose, e dell'amore.
L'eco di ciò che hai provato nella tua vita resta per sempre dentro di te, come ogni nota che hai ascoltato. E se ci fai attenzione puoi anche scoprire che quell'amore e quelle melodie non sono poi così diverse.

domenica, ottobre 14, 2007

Di storie campate in aria non se ne ha mai abbastanza.

Quando non mi dispero per i miei amori fasulli, cerco di essere produttiva. Addirittura posso arrivare a lavorare. Da brillante neolaureata di questo paese, non potevo che essere una precaria che si barcamena in compiti che farebbe meglio a lasciare ad altri, ed è per questo che per tre ore a settimane dispenso la mia conoscenza in un istituto professionale o.O. Non che lì se ne senta il bisogno, della mia sapienza, ma volete davvero che mi importi?
Sono un'esperta di quella scuola pressapoco da 8 giorni ma ho stabilito un record entrando di prepotenza nell'immaginifico vortice del pettegolezzo scolastico. E scusate tanto se è poco. Fonti attendibili parlano di un mio flirt con l'esperto della classe a fianco. Tutto ciò è disdicevole: possibile che se sto con qualcuno devo essere l'ultima a saperlo?!
Ho capito di essere sospettata di tresca quando una rappresentanza di alunni di 5° D dopo essersi accertati della mia identità -sono una prof giovane e gnocca, fosse mai che ci fosse un errore- mi hanno posto qualche vaga domanda sul prof che avevo salutato durante l'intervallo, e che poi era il loro ^_^'. Era evidente che fossero stati inviati dalle loro compagne di classe a scoprire chi c@**# fosse quella che si era fermata a parlare con il loro nuovo prof preferito (o_°).
Fortuna che non guido o temo mi ritroverei a breve le gomme tagliate , nun si sa mai.

venerdì, ottobre 12, 2007

Duetti, ombrelli e parrucchieri.

Come ogni ragazza depressa che si rispetti ho bisogno anche io di distrarmi in tutti i modi possibili. In effetti sono arrivata a pensare che per stare bene dovrei vivere in un circo o comunque fare qualcosa che mi riempia tutto il tempo ma purtroppo non faccio niente del genere, e quindi mi prendo le mie piccole distrazioni e mi accontento di quelle. Come le canzoni "a ostacoli", quelle che canto nel locale di Giusy, con Marco che arriva di soppiatto alle mie spalle e mi prende in braccio, oppure con Giusy che mi salta addosso nel tentativo di ghermire il microfono. Ebbene sì, sono questi i miei svaghi. Poca roba, direte voi, ma me lo faccio bastare.
Talvolta provo un senso di gratitudine immensa per le persone che mi stanno vicine. Ce ne sono due che...niente, semplicemente sono fantastiche..
Sicuramente la passeggiata di ieri, sotto l'ombrello, con Marco, non la dimenticherò mai. E siccome cantavamo come dei pazzi, penso che ci sia anche un nutrito gurppo di persone che non se ne dimenticherà o.0
Io e lui, tra l'altro, insieme facciamo sfaceli...Stasera lui era conteso tra una rossa e una mora e, anche se lui è esigente, c'è da dire che erano carine. Io a un certo punto ero circondata da uomini:chi mi offriva da bere, chi mi offriva un passaggio, chi mi offriva lezioni di chitaraa o.o, sinceramente una roba del genere non mi era mai capitata. Sarà merito della scollatura, boh. Per una simpaticissima coincidenza statistica, uno dei miei nuovi amici è un parrucchiere, per uomo. Da questa breve esperienza posso dedurne che ai parrucchieri non gay piacciono il karaoke, biagio antonacci e io o.0, e davvero non lo so se è un bene...
Certo c'è una sottile soddisfazione a sentirsi apprezzati, seppure da cozzi, però tante volte, l'ammirazione la desideriamo da una sola persona...

giovedì, ottobre 11, 2007

Di ragazze stupide e uomini che girano con i picconi per frantumare i loro cuori

Esistono i terremoti, gli tsunami, le eruzioni vulcaniche. Cataclismi così radicali che ridimensionano e ridisegnano il mondo che conosciamo, e di tanto in tanto la cronaca ci segnala questi avvenimenti. Ciò di cui non parla la cronanaca sono i terremoti dell'animo. Eppure, curiosamente, è qualcosa che tutti prima o poi imparano a conoscere.
Qualcosa si spezza dentro di noi e di riflesso tutto ci diventa estraneo, proprio come il nostro volto riflesso nei cocci sparpagliati di uno specchio..
Il mio terremoto lo sto vivendo adesso.
In tutta sincerità non so come affrontarlo.
Non sono la prima donna a sentirsi tradita, offesa, ingannata e crudelmente, spietatamente tormentata e ferita nei suoi sentimenti ma...da un amico? Da una persona alla quale, da vecchia, immaginavo avrei presentato i miei nipotini?
Non potrò più credere a nulla e non vorrò farlo, ora che ho conosciuto la vera mancanza.
Il ragazzo che ha avuto questi catastrofici effetti sulla mia psiche, è una persona che non mi ha mai dato nemmeno la possibilità di sfogarmi. Man mano che io intuivo la portata del suo inganno lui si allontanava. Quando mi sono finalmente resa conto di non essere la persona speciale che lui mi aveva sempre detto che ero e gli ho chiesto di darmi almeno una conferma, un sì o un no per mettermi l'anima in pace, lui è scomparso. Senza nè un sì nè un no. Senza permettermi neanche di capire se potevo credere a qualcuna delle parole che a fiumi aveva riversato nella mia testa. Non che una risposta, a questo punto, cambi davvero qualcosa, ma la sua mancanza di rispetto è stata totale. Due anni di affetto, cancellati in un colpo di spugna? Due anni per concludere i quali non reputa necessario neanche spendere una parola di addio...Ma come diamine fa? Io non me ne capacizzo. Tutto questo silenzio, adesso, mi fa pensare che anche prima ero sola, ma non me ne accorgevo. E questo silenzio era l'unica cosa che non volevo sentire.

mercoledì, ottobre 10, 2007

Spazi mancanti

Vorrei galleggiare, in un luogo senza pareti, senza sofitti, senza gravità. Possibile invece che il mondo mi suggerisca soltanto claustrofobia?
Dove sono finite le corse che facevo da bambina? Dove sono le risate senza respiro, gli orizzonti immensi, le parole e gli sguardi che ti sfiorano il cuore e ti fanno sentiire leggera?
Come è possibile che venga a mancare la terra sotto i piedi? Non avere più un posto proprio in cui tornare, sentirsi estranei al mondo, perdere un amico senza un perchè o un percome e senza nemmeno un addio?
E dove mi porterà la tempesta che si avvicina? Forse in nessun luogo. Forse in un posto vicino, forse, finalmente, a casa.