martedì, dicembre 16, 2008

Ti regalerò una rosa, una rosa rossa per dipingere ogni cosa...

Questo è tempo di regali. Ce lo dicono le vetrine dei negozi, ce lo ricorda la radio, lo suggeriscono le pubblicità e i frettolosi appunti sulle agende nelle quali riportiamo qualche idea. Fare regali può essere un'attività stressante , riceverli un po' meno, anche se può mettere in imbarazzo. E' difficile fare un regalo azzeccato, è difficile ricevere un regalo utile o desiderato, riflettendoci, in una società come la nostra in cui in pochi devono fare a meno del superfluo, è quasi impossibile ricevere qualcosa di veramente indispensabile. Non sono avversa al consumismo: di sicuro preferisco vivere in quest'epoca di sprechi che in una in cui non c'era spazio per l'abbondanza, ma sono piuttosto critica nei confronti di alcune scene che si sono poste alla mia attenzione. Bambini con il broncio dopo aver scartato un pacco, ragazze deluse dal colore di una borsetta, litigi a proposito del "ecco , vedi, tu non mi conosci come dovresti"... Sono del parere che un regalo dovrebbe essere sempre fonte di gioia, non per il suo aspetto materiale, ma per il pensiero che c'è dietro di esso. Questo è anche il motivo per cui detesto fare regali "perchè devo" ma mi appassiona l'idea di andare alla ricerca anche del pensierino da un euro per una persona di cui invece mi importa. Mi sembrano concetti così lampanti che davvero non capisco come si possa fare una tragedia perchè qualcuno ha sbagliato forma, dimensione, stile o colore: nei casi più eclatanti lo si può sempre cambiare (e non credo sia una mancanza di educazione) , in quelli meno "gravi" non vedo perchè non passarci sopra fermo restando che se il dono è da parte di qualcuno che ha davvero pensato un po' a noi prima dell'acquisto, non credo che possa essere così sbagliato ;)

lunedì, dicembre 08, 2008

In viaggio nel tempo

Viaggiare, qualora non lo si faccia solo con la fantasia, ha come risultato ultimo quello di coprire distanze; distanze fisiche, che ci permettono di misurare gli spostamenti in termini di chilometri. Ma capita che varcare alcuni confini permetta di compiere un salto che è anche temporale. Non mi sto lanciando in teorie fantascientifiche su buchi neri e universi neonati, ciò cui accenno è verificabile. Alcuni paesi, alcune città inequivocabilmente di questo mondo, si sono fermate in momenti diversi del tempo e tutto, o quasi, dall' architettura, agli stili di vita, alle mode, in esse appare come una vecchia fotografia in bianco e nero. Non ho esperienza di tutti i luoghi del mondo, ma un viaggetto recente mi ha fatto posare lo sguardo su un piccolo angolo di est dove i grigi palazzi a schiera, decadenti se non in rovina, sono gli stessi di 40 anni fa e dove le donne si acconciano ancora i capelli con pettinature voluminose e eccentriche ciocche frisè. Dove i negozi, seminterrati, si affacciano con finestrelle rasoterra lungo la strada, e si è costretti a chinarsi per comparare qualcosa, e la musica che passa più spesso alla radio è quella che noi ascoltavamo 20 anni fa, e anche le auto per strada sono di quegli anni lì. E così ho realizzato che mentre alcune città sono proiettate nel futuro e visitandole quel futuro lo si può toccare con mano, in altre il tempo si è quantomeno rallentato. E chissà se, avendo la possibilità di viaggiare e vedere di più, mi sarebbe permesso di vedere altre bolle nel tempo, ancora più remote, ancora più singolari. E chissà perchè in tutto questo non posso fare a meno di provare una profonda malinconia.

mercoledì, novembre 26, 2008

Se un giorno io non fossi più io - divagazioni su cose più grandi di me. Molto più grandi.

La storia del Karma e della rincarnazione l'ho sempre trovata molto complicata. Cioè, il concetto di fondo è semplice: muori e la tua anima si incarna in un nuovo essere vivente.
Se nella tua vita passata sei stato cattivello, rinasci animale. Uno scarafaggio, in altre parole, è qualcuno che le ha combinate grosse quando andava su due zampe.
Se sei stato buono rinasci uomo e fonti ben informate sostengono che se non sei stato COSI' buono, può toccarti di rinascere donna.
Può anche darsi che tu ti sia comportato nella maniera più ZEN possibile, così che, al momento della morte, abbandoni per sempre questa valle di lacrime, ti sganci dalla ruota della morte e della rinascita ed entri nel Nirvana, che non è il paradiso, ma qualcosa di diverso, ammesso che qualcuno sappia esattamente cosa sia il paradiso. Il nirvana comunque, per citare parole non mie è "il grande vuoto e la sua assenza di santità", una definizione che, attaccata come sono alla "pienezza" terrena, mi spaventa un po', motivo per cui nessuno è mai riuscito a convincermi della desiderabilità di questo vuoto... ma sto divagando. Ho riassunto teorie che richiederebbero tomi interi di spiegazioni in due righe, quindi prendete le mie parole per quello che sono: becere approssimazioni. Dove sta la complicatezza cui accennavo? Be', ecco, la faccenda complicata è che il buddhismo (perchè di buddhismo si sta parlando) non crede nell'esistenza di un'anima individuale, quindi chi o cosa si rincarna? Qui le spiegazioni si sprecano, ma il concetto è che a rincarnarsi siano varie parti di te, non necessariamente tutte, parti che in qualche modo ti rappresentano ma non ti rappresentano in toto, così che l'essenza che si viene a creare nel nuovo individuo sei tu, e allo stesso tempo non lo sei. Concetto senza dubbio non del tutto privo di fascino ma per quel che mi riguarda non auspicabile come quello di un'anima immortale in cui io sono io e basta. Detto questo, la mia mente semplice si è chiesta chi o cosa sarei stata in passato se tutto questo fosse vero, e ho pensato a un essere che mi somigliasse almeno in parte, e l'unico che mi è venuto in mente è il gatto. Nessuna Cleopatra, nessuna Zarina Russa. Un gatto. Non so quale sia il peccato per una vita felina, certo è che un'esistenza da edonista non è la peggiore delle condanne :P E' solo un gioco ma se non fosse la vostra prima volta su questo mondo, chi credete che sareste stati?

venerdì, novembre 07, 2008

Chi ha paura del lupo cattivo?

Una assistente di volo ha comunicato che la colazione non sarebbe stata servita per via di alcune turbolenze. Pochi istanti dopo l'aereo sul quale viaggiavo ha cominciato a trasformarsi in una sorta di shaker per passeggeri. Io pur ancorata alla mia poltrona con le unghie, ho mantenuto una mia dignità, il mio vicino di volo, palesemente sull'orlo di una crisi di nervi, ha cominciato a dare segni di cedimento, con risate isteriche, gridolini e un fiume di parole il cui senso era "Mi sono appena sposato, ho tutta una vita davanti, sono troppo giovane per morire". Dubito che le cose che mi ha raccontato me le avrebbe dette se non avesse pensato sul serio di poter morire entro pochi istanti. Dubito che mi avrebbe addirittura rivolto la parola se l'aereo non avesse iniziato a ballare. E' curioso cosa siamo in grado di fare e di dire quando ci sentiamo in pericolo ed è curioso che siano situazioni diverse a scatenare in noi il panico. Io, ad esempio, dò il peggio di me in presenza di vermi e insetti, in particolar modo posso diventare isterica alla vista di uno scarafaggio, ma conosco uomini che tremano di fronte ai ragni, ai topi, e gente adulta che non prende sonno senza una lieve luce nella stanza... Quasi sempre le paure che ci paralizzano sono inconsistenti e irrazionali. Chissà cos'è che ci incatena davvero al di là della mera immagine di ciò che vediamo.

martedì, ottobre 28, 2008

Dammi la pioggia, la pioggia, la pioggia che batte sul tetto d'assicelle, è la migliore amica di rose e ispirazione

Riflettevo sull'estro e sull'illuminazone artistica. Pensavo agli sconfinati eserciti di uomini e di donne che dedicano frammenti della loro vita a un'arte. Musicisti e scrittori, poeti e cantanti, pittori, vignettisti, attori e fotografi: degli italiani tutto si può dire tranne che manchi loro inventiva e creatività anche se come è ovvio (e giusto) solo a pochi è dato coltivare da professionisti queste passioni. Notavo però come, soprattutto tra i più giovani - ma non solo - sia diffusa una certa "arroganza" o se preferite mancanza di umiltà che si esplica nel ritenere superflua per se stessi la gavetta e l'apprendimento. Sembra quasi che la predisposizione per un determinato campo sia di per se stessa l'unica qualità richiesta ai nostri artisti del futuro e non la base minima di partenza per intraprendere un percorso lungo, duro e quantomai difficile. Ammesso che questa predisposizione si abbia - perchè, permettetemi, c'è un buonismo diffuso che induce tutti a credere che "volere è potere", quando ciò non è vero: non si può cavar sangue dalle rape- dicevo, ammesso che questa predisposizione si abbia il nostro aspirante artista, prima di potersi definire tale, dovrà apprendere tecniche e metodi, con sudore e se necessario, sangue! Intendiamoci, non c'è niente di male a strinpellare una chitarra pur non avendo le doti di Jimi Hendrix o tentare un gorgheggio senza la maestria della Callas, ma è giusto avere coscenza della differenza tra se stessi e un Pavarotti! Non rifugiamoci dietro frasi tipo "Sì, lui forse ha la tecnica, ma vuoi mettere Pallino, quanto era espressivo?!!!" Ma per favore...Un'altra cosa: l'arte secondo me va vissuta prima di tutto come uno stimolo interiore a fare e creare, no, più di uno stimolo, un bisogno, per se stessi. Se poi il proprio messaggio è compreso e condiviso, se è apprezzato, se piace, se ha una sua universalità e se davvero si ha talento, le porte del successo si potrebbero spalancare, in caso contrario...Be', non importa. Non è successo niente. Ma ultimamente sembra che non vada così. Avverto su tutti i media, la smania di certi personaggi dalle dubbie capacità di esibirsi, di mostrarsi, di rivendicare allori che, in tutta onestà, non mi sembra che meritino e in tutta questa loro foga non avverto affatto il loro bisogno di fare e creare. La spinta è quella di ottenere successo, di arricchirsi, firmare autografi. Eccolo il sacro amore per l'arte! A tutti loro posso dire solo...Ma andate a lavorare... Lo ammetto...Sono incappata in un paio di programmi televisivi che avrei dovuto evitare come la peste :P

sabato, ottobre 18, 2008

Il mio sesto senso e mezzo

Oggi pioverà o ci sarà il sole, lui arriverà in ritardo, qualcuno mi chiamerà dopo tanto tempo, succederà qualcosa di bello...Sensazioni a fior di pelle che nella mente non si articolano in veri pensieri ma fermentano a livello incoscente e colpiscono come una rivelazione quando accadono davvero. Non riusciamo a spiegarci come facevamo a saperlo, ma in certi giorni è come se un suggeritore segreto ci avvertisse di quello che ci aspetta. Certo, a livello statistico sono più le volte che non ci prendiamo che quelle in cui le nostre intuizioni sono giuste e nel caso di un pronostico esatto, anche involontariamente, abbiamo tenuto conto di tutta una serie di indizi che, messi insieme, potevano aiutarci a risalire alla verità. Ma ci sarà un caso su mille in cui quel che avviene avviene senza un motivo palese, eppure noi "ce lo sentivamo".
"Sarà la volta buona", "Mi parlerà", "Qualcosa cambierà"... Anche a me capita di rado, ma mi capita e in quei frangenti mi sento un po' veggente, un po' chiromante, un po' sensitiva nei confronti del mondo e di chi mi circonda. Senza spingersi nel campo dei superpoteri, qualcuno ha qualche sesto senso e, magari anche un altro mezzo in più? =)

lunedì, ottobre 06, 2008

Pimpuru pampuru parimpampù!

Oh, quei mitici cartoni degli anni '80, pieni di ragazzine/maghette che, con una improbabile formula magica e un accessorio da 4 soldi si trasformavano nell'eroina/personaggio cool/popstar del momento. Chi di noi dolci fanciulle non ha mai impugnato una spazzola o un manico di scopa gridando "Gira e Spera il desiderio si avvera?". E quella possibilità sovrannaturale di trasformarsi in pochi attimi e di dare così una nuova piega alla nostra esistenza veniva vissuta con incredibile fascino.E' buffo pensare che dopo tanti anni, quel fascino, quella sorta di invidia, quella nascosta speranza, resiste in un piccolo angolo della mente. Specchiarsi e vedersi diverse, scoprire qualità nascoste, sentirsi rinnovate. Nella realtà non è facile ottenere questi risultati, però ci sono tante piccole cose che si possono fare per avvicinarcisi. Qualche giorno fa, per esempio, ho tagliato i capelli e dato loro una sferzata di colore, ma a volte può bastare anche meno, tipo un cappellino nuovo, o iniziare un corso di yoga, fare volontariato, leggere un libro, conoscere una persona. Questi episodi hanno il potere di influire sul nostro umore e impercettibilmente cambiarci un po'. E sono questi aspetti della vita che mi fanno riflettere, a volte, su quel pizzico di magia che porta in sè perfino il più semplice dei gesti quotidiani.

venerdì, settembre 26, 2008

The importance of saying goodbye

"Buongiorno e, nel caso non dovessimo rivederci, buonpomeriggio e buonasera". Erano più o meno le parole di Truman, in "The Truman Show", nel salutare i vicini di casa. Frasi, le sue, che facevano parte di una routine, e per questo considerate da molti superflue e vuote. In realtà però, se anche perdiamo il contatto con quello che facciamo, i nostri gesti hanno un significato. Forse chi riceve il nostro saluto, che sia un "Ciao", un "Come va?" o un "Arrivederci" è ugualmente abituato a darlo per scontato e la sua risposta scatterà in automatico ma la cosa strana di questi "vuoti" convenevoli è che nel momento in cui vengono a mancare acquistano peso. Queste parole prive di consistenza diventano d'un tratto macigni. Quante volte ci siamo trovati a dire di qualcuno "Non mi ha neanche salutato..."? E in qualche modo l'assenza di quel gesto diventava una profonda mancanza di rispetto.
Buongiorno, bentrovato, arrivederci, addio. Ti dicono che la persona che hai di fronte, iniziando quella giornata, volente o nolente, e qualunque sia il suo umore, all'occorrenza interagirà con te. Vogliono indicare che qualcuno ti sta dicendo "Io ci sono, ti ho visto, voglio che tu sappia che potrei voler scambiare qualche altra parola con te." Significano "Sto andando via, per un po'non mi vedrai e starò lontano, ma tornerò" Significano "Non ci vedremo più, non mi aspettare". I saluti sono porte che si aprono e che si chiudono. Per entrare devi salutare e aprire la porta, quando esci devi salutare e chiuderla, perchè nessun altro lo farà al tuo posto ed il freddo avrà tutto il tempo di entrare e sarà il gelo che troverai se e quando tornerai.

domenica, settembre 21, 2008

Equinozio d'autunno

Non sono abituata a dare valore a ciò che è sempre sotto i miei occhi, ma poi alle volte è come se cadesse un velo e d'improvviso il mondo si rivelasse e, immancabilmente, mi chiedo come ho fatto a essere così cieca. E' successo anche oggi. Quant'è bella la città in cui vivo? Quanti possono decidere di passare una domenica pomeriggio come tante altre passaggiando tra il Colosseo e i Fori Imperiali, tra Piazza di Spagna e la fontana di Trevi, mentre una carrozza attraversa lenta via del Corso e un figurante travestito da antico romano si mette in posa in mezzo ai turisti?
Al caldo dell'ultimo sole dell'estate musicisti e artisti di strada hanno improvvisato uno strano concerto e insolite danze lungo i marciapiedi.
Mi guardavo intorno e quello che vedevo mi piaceva. Mi guardavo intorno e mi sentivo fortunata a vivere qui.

venerdì, settembre 05, 2008

Strambità

Tutto ciò che si produce si deve vendere. Per quanto assurdo esiste un mercato per oggetti a dir poco bizzarri. Da assidua frequentatrice di mercatini e osservatrice di uomini, sono stata testimone dell'esistenza di manufatti al limite del credibile. Giorni fa la mia mente si è dovuta soffermare alcuni minuti a contemplare le implicazioni dell'esistenza di un crocifisso musicale corredato da palline colorate e luminose a intermittenza. Capite bene che se un marocchino lo vendeva esisterà una casa- magari neanche troppo lontano dalla nostra- nel cui salotto il manufatto fa bella mostra di sè e non c'è dubbio che il disegnatore di tale oggetto sia stato, almeno per qualche minuto, soddisfatto del suo operato. Non c'è dubbio che lo sia stato, ben più di un minuto, l'acquirente. Nel Sol Levante, regione dalla nota creatività, ho potuto però contemplare alcune delle più ricercate stranezze.: cilindri di peluche, che a una attenta analisi risultavano attrezzi per tenere rigido il gambale degli stivali, simpatici bastoncini di legno con buffi personaggi a decorarne una delle estremità...l'altra serviva a eliminare il cerume dalle orecchie e trampoli d'acciaio ricurvo che...be' quelli servivano a farsi notare, e in effetti funzionavano.
Ma senza andare così lontani nello spazio, posso dire che un mio amico si è messo a vendere occhiali decorati con conchiglie e che, sempre più spesso mi è capitato di vedere gente con un simpatico cappellino con ombrello incorporato, per le giornate di sole.
Voi cosa mi dite? Ci sono stati oggetti che vi hanno fatto pensare "E questo chi se lo compra?" o_0

sabato, agosto 30, 2008

Non c'è mai tempo per le cose veramente importanti...

Ho preso giorni, ore, stagioni , li ho messi in una scatola e li ho mescolati.
Mi sono dedicata a lungo a cose che in realtà non richiedevano tanto tempo e non ho dato il giusto peso a ciò che invece quel tempo lo meritava.
E' così difficile stabilire quale sia la "giusta misura".
A fine giornata, immancabilmente mi guardo indietro e mi chiedo come ho potuto lasciar scivolare a quel modo i minuti e perchè ho trascurato proprio le cose a cui tenevo di più. Sono un'incredibile pasticciona. Forse, e dico forse, faccio così inconsapevolmente, per non dover fronteggiare scomode priorità, e in parte sarà davvero così ma una piccola percentuale delle cose che non faccio ha poco a che fare con doveri e grattacapi. Una telefonata, una lettera, un lavoretto da niente, una passeggiata in centro, una parola gentile, chiedere come va. E queste piccole cose sarei felice se qualcuno trovasse il tempo di farle per me. Ma si sa, il tempo è qualcosa di estremamente labile. Aumenta e diminuisce a seconda dell'umore e, a volte, sembra eterno, sembra non bastare mai, scompare.

martedì, agosto 26, 2008

Sogni di gloria

Pochi giorni fa i cieli della Cina si sono illuminati di fuochi d'artificio. Per chi li guardava in tv è stato un spettacolo maestoso ma immagino che laggiù, dal vivo, abbiano letteralmente mozzato il fiato.
Ogni 4 anni il mondo si mobilita per celebrare lo sport...L'importante è partecipare-ci dicono- ma l'impressione è che a vincere ci tengano in parecchi. Le Olimpiadi a me piacciono perchè trovano spazio sport che, diversamente, nessuno si fila e questo vale tanto per quelle estive che per quelle invernali.
Per quanto pigra anche io, se del giusto umore, amo mettermi alla prova ma mi diverto di più quando non c'è nulla in palio perchè permette a me e agli avversari di giocare senza ansia. Che poi, se ci pensiamo, l'ansia fa sì che il gioco non sia più gioco ma pura competizione. E quindi vai con i giri in bici, rigorosamente da passeggio e possibilmente senza mete precise, ping pong a ostacoli giocato nel giardino della zia saltando gatti, racchettoni estremo tra i sassi del bagnasciuga e beach volley d'assalto con sfidanti che ti crollano addosso dall'altra parte della rete. Ecco, in queste discipline mi sento davvero una campionessa, queste e il galleggiamento in acqua di mare, bocce e freccette e la caccia allo gnomo.
Insomma, lontana dalle medaglie e dagli allori mi tengo in forma anche io ;-)

mercoledì, agosto 20, 2008

L'estate sta finendo...

Anche su Nessundove non riuscivo a fare a meno di tirare le somme delle estati passate. Questa ancora passata non è ma lo è per me, visto che per quest'anno ho chiuso coi tramonti sulla spiaggia, con il rumore del mare in tempesta che mi sveglia, con le passeggiate infinite per posti noti, a incontrare volti conosciuti da una vita. E nel tempo, forse, qualche nome è anche svanito, ma non è svanito il senso di familiarità che respiro ogni qualvolta ritorno nelle mie città. Sono state ferie molto brevi, motivo per cui ho cercato di godermi ogni minuto, sia che cercassi affari tra le bancarelle del solito mercatino, sia che bevessi una birra tra le luci e la musica del locale del porto. Rientravo a casa in punta di piedi, per non svegliare i miei e poi mi fermavo qualche minuto sul terrazzo a guardare stelle cadenti e a esprimere desideri. In questi giorni ogni telefonata, ogni incontro, ogni abbraccio, mi ha lasciato un profondo senso di tenerezza. Avrei voluto poter conservare quel calore in un sacchetto, insieme al profumo del basilico e del rosmarino, dei cornetti caldi del forno, insieme al chiacchiericcio degli amici, lo sciabordio del mare e a tutte le immagini che, invece, porto nel cuore.

mercoledì, agosto 06, 2008

Dormire, forse sognare

Il riposo non è una "perdita di tempo". E' necessario per poter tornare a svolgere al meglio le proprie occupazioni, per accingersi a farle con rinnovato entusiasmo. A volte serve anche a capire che, nella realtà , si ha voglia di fare qualcos'altro. Non credo che nelle prossime due settimane io arrivi a una conclusione così drastica perchè, sebbene il mio mondo sia indubbiamente migliorabile, pure vi sono diverse cose che apprezzo in esso. Però è con grande gioia che mi prendo una pausa. Ormai da tempo sogno il sole e la spiaggia e una miriade di semplici attività che mi attendono e che riscoprirò con piacere di amare. E quando questa breve parentesi sarà chiusa, il mio vecchio mondo sarà qui ad aspettarmi. Venerdì partirò. Ci si risente tra 15 giorni, buone vacanze a tutti, navigatori della rete :)

lunedì, luglio 28, 2008

Celami in te, dove cose più dolci son celate, fra le radici delle rose e delle spezie.

Amo la buona cucina.
Capirai- direte voi -se è buona davvero è impossibile non amarla. Ma al di là dell'assaggio adoro guardare all'opera chi sa "creare", impastare, insaporire...Nel mio piccolo mi applico, ma mentirei parlando di grandi risultati. Però mi piace sperimentare, usare ingredienti sconosciuti, accostamenti insoliti che nella maggior parte dei casi risultano temerari, ma a volte riescono. Ultimamente avevo poco da sperimentare, visto che mio fratello era a dieta e mi aveva implorato di non tentarlo, motivo per cui cose diverse dall'insalata e dal petto di pollo erano state bandite, ma fra pochi giorni mi ritroverò campo libero in cucina, per cui sto facendo scorta di spezie e pastrocchi vari che vorrei utilizzare. Adoro la cucina giapponese, i dolci arabi, le spezie indiane. Certi sapori, alcuni profumi, determinati aromi hanno qualcosa di fascinoso. Parlano di luoghi lontani, di culture distanti e usarli è uin po' come viaggiare. Cosa vi diverte provare in cucina? Ci sono piatti che amate di più e vi piace sperimentare?Io mi considero un'esploratrice dei sapori o_0

martedì, luglio 22, 2008

Uno su un milione

Mario e Clode mi hanno chiesto di scavare nella mia libreria e tra i film della memoria per individuare due personaggi che possa ritenere il mio ideale di uomo...impresa ardua che mi ha fatto riflettere su quanto sia di gusti difficili. Almeno poi mirassi all'eccellenza. Tutt'altro... Per iniziare credo sia opportuno restringere il campo, ed eliminare gli uomini cervellotici, con profondi drammi esistenziali, insicuri, noiosamente idealisti e malgrado ciò egocentrici e autoreferenziali, e quindi depenniamo i vari Werther, Jacopo Ortis, e tutti coloro stanno su questa scia. Non amo neanche gli sciupafemmine alla Genji Monogatari, o per restare in tema orientale, alla Tokyo Blues. 'Sti tipi sono maschi che non devono chiedere mai, ma preferisco di gran lunga chi chiede, trovo sia anche più educato. Insomma, il personaggio che vorrei selezionare deve essere un tipo pratico, che sappia quello che vuole, dotato di ragionevole fascino, diretto e trasparente fino alla crudeltà (che può sembrare un male, ma sempre meglio che essere contorti e opachi fino alla crudeltà). Non voglio un eroe che anteponga il bene del mondo al mio, per cui ecco che anche Ben Affleck in Armageddon viene spuntato via (lo so, Bruce Willis prende il suo posto nel sacrificio finale, ma lui era pronto a farlo). Se non si trattasse di un telefilm, citerei Sahid, di Lost. Che poi ha l'invidiabile qualità di non essere scontato e buonista, non da poco se si considerano i cliché di cui è stata nutrita la mia generazione. E che dire di Orlando Bloom ne "I pirati dei Caraibi"? Purtroppo una serissima indagine scientifica che faceva bella mostra di sè in un numero di Metro di qualche giorno fa, affermava con certezza che i capelli lunghi in un uomo sono sintomo di infedeltà (per quanto i miei personalissimi studi non diano molta fiducia neanche ai rasati, per non parlare dei mesciati!) per cui ecco che salta giù dalla nave anche il bel pirata. E quindi eccomi qua che cito un filmetto da quattro soldi "Qualcuno da Amare" con Christian Slater il cui personaggio, a ben pensarci, non soddisfa nessuno dei criteri che ho elencato, ma appaga una certa mia remota ricerca di tenerezza e me lo fanno preferire a tutti gli spartani di 300. E così le chiacchiere scritte finora non son servite a niente a parte capire che spesso, quello che scegliamo è diverso da ciò che pensavamo di desiderare. Sul fronte libri, ho preso una cotta per Jonathan Strange, uno dei maghi del romanzo "Jonathan Strange & Mr. Norrell", perchè per avere ciò che voleva non ha esitato ad andare a prenderselo dietro il cielo, dall'altro lato della pioggia. Rrestando in tema di maghi, citerei anche Prospero, colui che tesse la trama de "La tempesta". Non un personaggio romantico e nemmeno un uomo ideale se non nel suo nucleo più profondo: esperto dell'animo umano e consapevole dell'arbitrarietà del destino. Consapevole che la vita è un palcoscenico e va vissuta finchè non cala il sipario.

domenica, luglio 13, 2008

My place

"E una vita che sto in doppia" è il titolo che campeggia su questo blog. Il perchè della scelta è stato ampliamente spiegato ma, detto in due parole, la "doppia" era per me, da quando sono nata, una sistemazione fisica e una realtà esistenziale. Lo è ancora? In realtà mia sorella si è trasferita in un'altra città per cui la mia stanza, tecnicamente parlando, non è più una doppia. Nondimeno resta una doppia nello spirito, e vi spiego il perchè: c'è ancora il suo letto, per quando viene nei week end, qualcuno dei suoi vestiti nell'armadio, anche se di solito usa i miei, e poi naturalmente i porcellini, quelli che non ha potuto portare con sè almeno. La mia gemella colleziona oggetti a forma di porcellino per cui la nostra stanza è un trionfo di peluche rosa, salvadanai panciuti, lampade con la coda arricciata e statuette di maialini con gli occhiali da sole. Del resto non mi sono mai lamentata di queste cose perchè, tutto sommato, mi piacciono e da parte sua mia sorella ha accettato con serenità il mio cosiddetto angolo zen, vale a dire chili di libri, soprammobili e souvenirs di foggia o provenienza orientale che fan mostra di sè in un angolino della stanza. E poi ci sono i miei altri libri, i fumetti, le mie adorate cianfrusaglie (leggi bigiotteria)...Tutto questo per dire che una stanza ti dice sempre qualcosa su chi ci vive. La mia, per quanto abbia al momento un solo abitante, è indubbiamente una doppia. Ed è una stanza zeppa di maialini, candele e acchiappasogni, bruciaincensi, una chitarra senza una corda, bacchette di legno e altre cose così. Forse sono anche io un po' così.

sabato, luglio 05, 2008

Ma tu chi sei che avanzando nel buio inciampi nei miei più segreti pensieri?

Racconta la leggenda che la dea Orihime (la stella Vega) e il pastore Hokoboshi (Altair), si innamorarono e si sposarono ma il padre di lei, adirato, decise di separarli per sempre frapponendo tra i due un fiume celeste: la Via Lattea. Fu solo in seguito, commosso dai pianti degli amanti, che concesse loro di potersi rincontrare, ma solo una volta l'anno.
Nella notte di Tanabata, la settima notte del settimo mese, Altair e Vega si incrociarsi nel cielo... Quando nelle notti estive contemplo il cielo e quel fiume lattiginoso mi si para davanti, spesso la mia mente indugia su questo racconto.
Chissà perchè gli amori infelici sono anche i più belli.
Deve essere bello non avere dubbi al punto di aspettare con fiducia l'unica persona di cui abbiamo bisogno.
Aspettarla con l'unica certezza che la perderemo di nuovo..

mercoledì, luglio 02, 2008

La fine del mondo e altre cose che prima o poi devono capitare

La pausa caffè è il momento in cui, incastrata com'è tra ore di lavoro e altre ore di lavoro, si concretizzano e si sviscerano gli argomenti più allucinanti... Sarà che, a ben 4 ore dall'uscita, la mente è predisposta all'apocalisse.
Non a caso qualche giorno fa, mentre io sorseggiavo pacatamente il mio espresso, qualcuno declamava i catastrofici scenari dell'anno 2012, anno in cui, secondo il calendario maya, il mondo conoscerà una non meglio identificata calamità . Secondo fonti ben informate (presumo si tratti di Fox Molder) potrebbe verificarsi l'arresto del pianeta terra per 72 ore e un'inversione dei poli magnetici con tutti i relativi casini annessi. Addirittura è stato indicato un giorno per tutto questo, il 21 dicembre. L'oratore, che io non avevo mai visto coinvolto in attività diverse dal rimorchiare bionde in sala mensa, sembrava essersi appassionato davvero a questa storia e rispondeva, argomentando come meglio poteva, a tutti i timidi tentativi della sua ristretta platea di sostenere che forse un tale pericolo non era poi così concreto. "Del resto", diceva, "cose simili sono già accadute, e le sosteneva pure la Bibbia mille e non più di mille!" Salvo giustamente fargli notare che a nessuno risultava che nell'anno mille fosse finito il mondo. Comunque la faccenda è stata sufficente perchè l'alternativo del gruppo affrontasse un argomento affine, il big rip, che sarebbe il contrario del big ben da cui ha avuto origine l'universo...inutile dire che da lì a sostenere che forse il big rip sarebbe avvenuto nel 2012 il passo è stato breve...Ogni cosa poi è degenerata, perchè si è passato a parlare di viaggi nel tempo, catastrofi tecnologiche, bag del millennio e altre amenità. Ero piuttosta incredula nel constatare che in certi passaggi i miei colleghi mostrassero vera preoccupazione e al tempo stesso un interesse quasi morboso per i cataclismi che stavamo sviscerando.

"Fine" è una parola così definitiva che impressiona sempre un po' ma spesso dimentichiamo che ciò che per il bruco è la fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla. A questo proposito mi permetto di suggerire un libro "La Fine del Mondo e il Paese delle Meraviglie" di Haruki Murakami, un romanzo molto bello, immaginifico e fantascientifico in cui la morale, se così la vogliamo chiamare, è che "fine" è una parola che ne nasconde un'altra molto più bella: cambiamento. L'importante, come recita un altro libro, è non lasciarsi prendere dal panico ;)

domenica, giugno 29, 2008

Non ho mai avuto ragione nella vita ma questa volta avevo proprio torto...

Dopo mesi di assenza, ecco una nuova escursione nell' universo delle chiavi di ricerca e per la precisione quelle che hanno condotto a questo blog! E' vero, per lo più si tratta di frasi più o meno poetiche e fastidiosi ritornelli ma vi è una manciata di affermazioni un tantino diverse...a giudicare da alcune il mio blog potrebbe sembrave un luogo dai dubbi contenuti o_0.
Nella top ten delle ricerche resta imperterrita la De Filippi nuda! Mi chiedo chi siano questi pazzoidi, probabilmente gli stessi che digitano cose tipo "una ragazza mi insulta dolcemente" "ragazze dal vivo", e "
le parole da dire agli uomini in certi momenti"...Be' meglio non indugiare oltre su questo tipo di indagini perchè come sempre sono le domande dei googolisti che più meritano la nostra attenzione!
La mia preferita dice "Vuoi essere il mio girasole?" non trovate che sia una proposta adorabile? o.0 e a me non l'ha mai chiesto nessuno ._.
Passiamo ora al lato scientifico...abbiamo l'imbarazzo della scelta: c'è chi chiede "Cosa si mangia su Saturno?", e poi "Come realizzare delle orecchie di gatto?", domanda da non sottovalutare, visto che delle orecchie di gatto possono sempre servire e "Quando si può dire che un uomo ha le spalle larghe??". Sinceramente io non mi ero mai posta il problema.
E infine i dilemmi intramontabili "Perchè è difficile la comunicazione tra uomo e donna?" "Cosa significa sognare polli?"(azzardo una risposta: avevi fame? :P) e la domanda dell'anno "Le sigarette aromatizzate fanno diventare sterili?!" (un consiglio Ciccio, tu cmq smetti).
Per terminare mi sembra giusto dare un'occhiata agli annunci: "cerco una donna tra i 30 e 40 anni, più amica dell'anima che amante" "cerco una frase per ricordare una persona morta" (ha lasciato il segno a quanto pare...) e una sbirciatina alle istruzioni per l'uso "S
mettere di tacere soltanto quando abbiamo qualcosa da dire che valga più del silenzio". L'ultimissima mi ha incuriosita "come scrivere una lettera a un amico con i miei cambiamenti fisici" dite che sul web si trovano risposte a questi interrogativi? o_0


lunedì, giugno 23, 2008

Così sospesi...

Non amo lasciare le cose a metà. L'incompiuto porta sempre con sè un remoto messaggio di tristezza e di abbandono. Di solito, se proprio non posso portare a termine un progetto così come lo avevo immaginato, piuttosto che lasciarlo a metà preferisco ridimensionarlo così che, se pure nel piccolo, il mio lavoro trova una sua unità.
La settimana scorsa però ho dovuto lasciare, quasi su due piedi, il mio vecchio lavoro (vecchio si fa per dire...ero là da appena tre mesi) , per cogliere al volo una proposta che mi si era concretizzata davanti letteralmente dall'oggi al domani. E' stato un piccolo shock saltare la fase di "transizione" in cui si entra nell'ordine di idee che la consueta routine sarà cancellata e che i volti ormai familiari saranno sostituiti da altri...non ho potuto nemmeno fare il passaggio delle consegne con la mia sostituta...e adesso ho il pensiero di tutte quelle decinde di microfaccende che ho lasciato in un ufficio in cui non metterò più piede, dentro un pc che dimenticherà la mia password, per persone che noteranno la mia mancanza giusto per un istante e poi continueranno a dedicarsi alle solite occupazioni. E' assolutamente giusto, eppure mi dà la sensazione di aver perso qualcosa. Certo, è una sensazione che durerà giusto il tempo di avere nuovi affari, e progetti, e preoccupazioni nel nuovo ufficio, ma c'è...

martedì, giugno 17, 2008

Al passo coi tempi

Nuvola, in visita qui nella capitale, neanche facciamo finta di interessarci a questi Europei e oziamo sul divano tra un succo al mirtillo, il pc, lo zapping e il libro degli origami. Com'è noto, in queste serate di palpitante suspance, il palinsesto televisivo raggiunge l'apice dell'insulsagine ma ecco che tra un deprimente Muccino, un giallo sbiadito e una commediola erotica degli anni settanta spunta il capolavoro!
Mentre l'Italia si ferma perchè gioca la nazionale, io e l'amichetta
Il lungometraggio di Heidi!
Certo, parlando di Heidi tutti abbiamo delle certezze...si sa...Heidi è quella a cui, non si capisce come, sorridevano i monti e le caprette facevano ciao. Heidi è l'amichetta di Peter e Clara, la bambina cicciottella e un po' burinozza che dalle alpi svizzere svernava in Germania. Insomma, Heidi la conosciamo bene.
E invece no.
Dovete sapere che qualcuno si è preso la briga di ridisegnarla. Questa Heidi qua è una bimba anoressica e non molto simpatica, viene da pensare che dopo qualche mese a Francoforte di tornare fra le mucche non avrà poi molta voglia. Clara è un'adolescente nevrotica, e in confronto la signorina Rottermeier è dolce e remissiva. Peter già nella versione originale appariva un bifolco sottomesso, qui è l'ombra di se stesso.
Bah, sarà che anche i cartoni animati hanno bisogno di una mano di vernice e una lucidatura ogni tanto, ma se i bambini di oggi hanno gusti diversi, potrebbero anche produrgli qualche pokemon e qualche Braz in più...O no? o_O

giovedì, giugno 12, 2008

Profumo di nuovo

Ci pensavo ieri tornando a casa, dopo essere capitata in una delle nuove carrozze della metropolitana. Il fatto che fosse lucida e scintillante, in qualche modo rendeva il viaggio più confortevole. E tutto ciò mi ha riportato alla mente tutte le sensazioni che mi ricordano il nuovo....l'odore della carta stampata del giornale del mattino, quel vago sentore di plastica e deodorante delle auto appena uscite dalla concessionaria, la carezza del vestito indossato per la prima volta, l'emozione di un nuovo lavoro, la speranza di un nuovo amore. Tutte queste cose non hanno vero potere su di noi, eppure ci trasfigurano, come se i nuovi odori, le nuove sensazioni, le nuove esperienze rendessero più nuovi anche noi. Mi viene da pensare che, se fossimo così accorti da cogliere le possibilità che ci offre ogni nuovo giorno, invecchiare sarebbe molto più difficile...

mercoledì, giugno 04, 2008

Il giorno perfetto

Non esiste. Troppe incognite, troppe variabili e così la combinazione che nella nostra mente è la sequenza di eventi più vicina alla perfezione, immancabilmente non si verifica mai.
Giorno dopo giorno combattiamo con l'incertezza, lottiamo con la paura di quel che può capitare, ci interroghiamo sulle decisioni che altri prenderanno per noi e, in definitiva, l'impressione è sempre quella di non poter avere tutto sotto controllo.
E' quasi per caso che si arriva a certe consapevolezze. Chè non serve controllare tutto, a volte anzi non serve affatto controllare e qualcuno può amare perfino le nostre debolezze. E senza capire perchè, il giorno perfetto è lì, e non è affatto come lo abbiamo immaginato, e forse, visto da fuori e con distacco, non è nemmeno così perfetto, ma per chi lo sta vivendo, eccome se lo è....

mercoledì, maggio 28, 2008

C'era una domanda sospesa nell'aria...

...probabilmente erano anche di più, perchè da piccoli siamo tutti ansiosi di sapere, di dire, di domandare, di conoscere il perchè del perchè. Ma il quesito cui mi riferisco nel titolo è uno dei classici: "Cosa farai da grande?".
Quando si risponde e si hanno solo 7 o 8 anni è davvero difficile azzeccarci, io per esempio, non ci ho preso e ai tempi delle elementari ho risposto di volta in volta scrittrice, giornalista, hostess e diplomatica. Per me era una questione di massima urgenza stabilire cosa sarei stata da adulta e per me adulta significava (beata ingenuità) raggiungere i 20 anni.
Forse sono stata l'unica bambina al mondo a non desiderare diventare una ballerina, allora mi sembrava una cosa enormemente frivola, ma adesso mi piacerebbe avere imparato qualche passo di danza.

E' tardi per sperare in una infanzia un po' più folle eppure mi chiedo se sono già grande o mi manca ancora un po'...
Qualcuno è diventato chi immaginava?
E chi volevate essere? Artisti, scienziati, astronauti? Ce n'era per tutti...

sabato, maggio 24, 2008

Nutrimento dei sogni, continua fluidità, testimone di ogni dolore rivelatrice di verità...


Se si parla di musica si affronta un argomento vasto come il tempo e profondo come lo spazio. La musica è informe, mutevole, si adatta ai nostri stati d'animo e a volte li condiziona. La musica è popolare, perchè piace a tutti, nessuno escluso, ed è personale, perchè c'è una sola musica per ognuno di noi. La musica diverte, commuove, emoziona, indigna, la musica a volte anche stanca. Le canzoni di cui parlerò non sono le mie "preferite", come chiedeva un certo Meme, ma sono canzoni che mi ricordano qualcosa, lo faranno per molto tempo.
C'è Sally, alle cui note divento romantica più che malinconica forse perchè in me gli sguardi provocano ancora turbamenti...
Our farewell, una bellissima canzone che non posso fare a meno di odiare. Nonostante le parole del testo, per me è stata la canzone di un addio, ma non è per questo che la odio: la odio perchè è una canzone d'amore e avrei desiderato che parlasse d'altro...
Sentimiento Nuevo è legata a un cd, a una persona...mi mette di buon umore e mi ricorda che sono amata. Mi ricorda che posso essere amata anche senza saperlo.
E poi c'è More then Words, ho scritto questa, ma c'è un intero repertorio di canzoni da spiaggia che lego al ricordo di estati che non finiscono mai, di pomeriggi sulla spiaggia con gli amici e con una chitarra. Oh, lo so che queste cose non sono più di moda, ma chissà che un giorno non tornino ad essere in voga :)

domenica, maggio 18, 2008

Provate a fischiettar...

Non mi affezziono agli oggetti. Non ai vestiti, non ai peluche, i soprammobili, neanche ai regali. Ci sono cose che in un determinato periodo hanno un valore sentimentale per me, ma non permetto che sopravvivano ai miei sentimenti. Naturalmente riesco a fare delle eccezioni, ma la regola è che con una certa peridicità apro tutti i gli armadi e i cassetti della mia stanza e faccio spazio. Quando ho terminato mi sento un po' pù libera anche io.
Non ho bisogno che il biglietto di un vecchio concerto mi ricordi quanto mi sono divertita, e nemmeno che un barattolo mi ricordi un sapore o che un fiore appassito mi faccia tornare in mente un sorriso, e di questo sono felice, perchè vuol dire che sono tutte cose che posso richiamare da sola...Certo però ci tengo alle foto e a un paio di altri tesori che custodisco nella mia camera e tutto sommato so anche il perchè...
Altre persone collezionano i ricordi sotto forma di oggetti, io permetto che occupino solo la mia memoria. Non è giusto, e nemmeno sbagliato. E' solo che le persone sono diverse :)

domenica, maggio 11, 2008

A new beginning is always a crossroad

Capita di fare la cosa giusta e sentirsi comunque in colpa. A volte facciamo la cosa sbagliata ma per qualche motivo non ce ne pentiamo, in molti casi invece si agisce e poi si vive nell'incertezza di quel che sarebbe potuto essere e non è stato. Quel che è certo è che la vita è fatta di scelte e che ogni scelta apre scenari nuovi e ventagli infiniti di possibilità e allo stesso tempo ne preclude altri. L'esistenza non è una via dritta che si perde nell'orizzonte: è un groviglio di strade dalle quali l'orizzonte non è nemmeno visibile.
C'è qualcosa di epico in tutto questo, e anche di tragico: mi viene in mente come ciascuno di noi tessa inconsapevolmente il proprio destino intrecciando le proprie decisioni a quelle di altri sui quali non si ha alcun controllo. Ovviamente simili considerazioni non possono che nascere da una lunga e meditabonda riflessione su alcune mie scelte recenti. Lì per lì mi erano sembrate le uniche possibili, in realtà, come accennavo prima, una scelta c'è sempre, e adesso tuttavia tornare indietro è impossibile. Sono convinta di aver preso la giusta decisione, eppure non posso fare a meno di chiedermi "Ma giusta per chi?".

lunedì, maggio 05, 2008

Rotolando verso sud

Una collega ha portato in ufficio pasticcini di provenienza siciliana. Ho assaporato il mio alla mandorla e pistacchio pensando a quella terra calda e assolata, agli agrumi, ai templi, a quell'accento inconfondibile che i siciliani si portano dietro, a un futuro ponte sullo Stretto...Anche io, come la collega, ho trascorso a casa gli scorsi giorni di vacanza, come al solito senza fare cose eccezionali ma sono stata felice della gita a Scilla e a Reggio, degli amici ritrovati, i pranzi in famiglia, gli estranei che cercano di capire "a cu' apparteni"... Spesso, parlando del Sud d'Italia spuntano fuori tanti argomenti spiacevoli, però esistono una miriade di piccole cose che quella Terra me la fanno amare: le persone con cui sono cresciuta, naturalmente, e poi i tramonti infiniti, il cielo tanto più terso che nella capitale, i pezzi di Magna Grecia, il modo in cui l'antico vive nonostante tutto...
E adesso, se posso chiederlo, cosa vi piace del posto in cui siete nati? Cosa vi lega di più, se qualcosa vi lega, alla vostra zona?

lunedì, aprile 28, 2008

Tanto, tanto, tanto...

La vita è fatta di tante piccole lotte quotidiane, di doveri cui bisogna sottostare e che lasciano l'impressione di lasciarsi sfuggire il tempo.
E' con indescrivibile dolcezza che si accolgono quei momenti in cui ci si può dedicare a se stessi, dismettere gli abiti da lavoro, i pensieri importanti, le preoccupazioni e rivolgere la mente a tutte quelle cose che sono il vero motivo per cui viviamo. Perchè è così, se sopportiamo pene e dissapori, situazioni spinose e colleghi pesanti non è perchè dobbiamo, ma semplicemente perchè sappiamo che c'è qualcosaltro: esiste un premio che ci aspetta.
E' forse per un' intrinseca ricerca di armonia che a volte mi ritrovo ad apprezzare il silenzio, quando il rumore mi ha sopraffatta, o la musica, specialmente se dentro di me avverto dissonanza. La musica mi piace ascoltarla, a volte anche imitarla se sono del giusto umore, con le mie scarse doti di chitarrista.
Studi e lavoro mi hanno da sempre relegata in uffici e biblioteche ma se posso, quando posso, evado. E poco importa se i miei viaggi sono di breve durata o le mie mete vicine. Viaggiando si appaga il mio desiderio di vedere, parlare, conoscere e trovo nuovi luoghi da ricordare e immaginare nei momenti a venire.
E poi ci sono i libri. Di certi periodi della mia esistenza posso dire solo che i libri mi hanno salvata, non saprei dire da chi o da cosa, ma sono certa che l'abbiano fatto. E anche scrivere mi ha salvata, scrivere mi salva ancora, ogni giorno.
E per quanto so che c'è chi mi considera poco espansiva, ho assoluto bisogno degli altri. Non quegli "altri" indistinti e massificati che costituiscono lo sfondo su cui passano immancabilmente lunghe giornate, mesi e anni. Gli "altri" che cerco, che mi mancano, con cui sento il bisogno di condividere un pensiero, che amo incontrare, con cui divido il tempo libero, quelli che abbraccio, quelli di cui cerco il contatto fisico, quelli con cui è sufficente anche solo restare insieme in silenzio per darmi pace, per darmi felicità, sono poche persone con cui sento di aver diviso un po' di anima. Sono le persone che hanno reso il mio mondo più luminoso.
Ho sprecato molto tempo tra odio e autocommiserazione, sono lieta di dire che ne ho avuto abbastanza di entrambe e adesso l'unica vendetta che cerco nei confronti di chi mi ha voluto male è essere felice o almeno provarci, perchè è l'unico riscatto che possa valere qualcosa per me e l'unica offesa possibile per chi, per motivi che ancora ignoro, non voleva augurarmi ogni bene. Ebbene sì, essere felice mi piace e, per quanto ovvio, è una scoperta che ho fatto non troppo di recente :)
E con questo spero di aver accontentato Lunadark e Juliet ^^
Passo la palla a...A tutti ;)

lunedì, aprile 21, 2008

Sotto il segno dei pesci

Se accade che mi ritrovo a passeggiare in campagna, raccogliendo fiorellini di campo, con un amico al fianco che mi legge l'oroscopo di Paolo Fox, è normale che mi interroghi sull'influenza che hanno le stelle sull'umanità.
A volte penso che da lassù se la ridano di tutti noi, in modo particolare degli astrologi, poi mi ricredo e capisco che non ce la danno tutta questa importanza e probabi9lmente ci ignorano alla bell'è meglio. Non ho mai creduto a mappe astrali o robe così, ma mi diverte parlarne con chi se ne "intende", e ogni tanto scopro cose curiose su quello che gli altri pensano di me, camuffato da ciò che coincide con le caratteristiche del mio segno che, tanto per la cronaca, è il sagittario.
Sono un segno di fuoco, e di fuoco è anche il mio ascendente, il Leone. Cosa significhi questo, io non lo so. Ma mi suona bene. E trovo il sagittario e il leone segni più dignitosi della Scimmia, che invece mi è toccata in sorte nell'oroscopo cinese...
Come reagite quando vi chiedono di che segno siete? Quando qualcuno apre il giornale per leggervi la sorte giornaliera?
Essendo i segni slo 12, trovo strano che un dodicesimo della popolazione mondiale possa aspettarsi nella giornata le stesse cose che devo aspettarmi io, eppure questi tentativi di predirmi il futuro mi divertono, e mi fanno sorridere, per cui ascolto. Come dire...se non lo prendi sul serio, male non può fare :P

giovedì, aprile 17, 2008

L'altra metà della mela


Nel "Simposio" Platone racconta il mito dell'uomo
"totale":
una razza perfetta, ermafrodita, ogni individuo autosufficente e beato di sè.
Fu per invidia che gli dei divisero le due parti di queste creature e le dispersero nel mondo. Da allora vagano come esseri imperfetti che possono raggiungere la felicità soltanto trovandosi.
Direi che è proprio da quel momento che sono arrivati i casini, perchè è da quando tutta questa gente si è messa alla ricerca che gli dei hanno più cose da fare. Gli uomini, per amore, mormorano le preghiere più disperate e, sempre per amore, sibilano gli improperi più impronunciabili e, si sa, alcuni arrivano a compiere follie, si consumano, uccidono, piangono...e quello che tutti si chiedono è: si può davvero trovare quell'unica mezza mela in mezzo a miliardi di mezze mele? Naturalmente non lo so. La parte romantica di me tende per il sì. Quella cinica suggerisce che io sia un qualche altro mezzo frutto, per cui la risposta a quel punto, per me, diventerebbe del tutto irrilevante. Un'idea sull'argomento però credo che, più o meno, ce l'abbiamo tutti ;-)

sabato, aprile 12, 2008

La terra ha musica per coloro che ascoltano...

"La storia ci insegna che lo spirito umano erra in più remote regioni tra la mezzanotte e l'alba. Quelle ore buie e feconde, di rado ricordate, i cui fiori segreti generano guerra e pace, amori e odii, teste incoronate o decapitate. Per esempio, che cosa sta progettando la piccola e paffuta imperatrice delle Indie in camicia da notte di flanella nel suo letto di Balmoral in questa notte di marzo dell'anno 1900, che la fa sorridere e increspare la boccuccia caparbia? Chi lo sa?"

E' un breve estratto da Picnic a Hanging Rock, il libro che più mi ha colpito negli ultimi mesi, con una delle prose più belle in cui mi sia mai imbattuta durante la mia vita da lettrice. E' un romanzo in cui, secondo me, il tempo assume una piega particolare. Scene di pochi istanti si caricano di significati così intensi che, nei ricordi di chi le sta vivendo, sembreranno essere durati infinitamente di più. E poi c'è il mistero incalzante, la natura spaventosa e ricca, non ci sono protagonisti, ma tanti personaggi ciascuno dei quali, a suo modo, indimenticabile. E' il tipo di storia che vorrei essere in grado di scrivere io, come tante altre...
Non era pagina 161, ma spero che a Nabuck vada bene lo stesso ;)

mercoledì, aprile 09, 2008

Quel che tu sei per me...

Non è forse pungente quel pensiero che ci spinge a domandarci cosa rappresentiamo per gli altri? Pur essendo certi di chi siamo e di quali siano le nostre qualità, il sospetto di non essere capiti, di essere magari fraintesi, si affaccia sovente nella nostra testa. A volte è solo una curiosità, la curiosità di vedere se stessi con gli occhi degli altri, altre è una vera e propria ossessione. Spesso è impossibile conoscere la verità, ma in molti casi invece basta appena chiederlo e, a me effettivamente, qualcuno lo ha chiesto qualche giorno fa e a quel grosso pasticcione ho promesso che avrei risposto qui- in parte perchè questo blog gli piace, in parte perchè così esaudisco la sua smania di protagonismo :P. Ormai è un po' che lo conosco e posso tranquillamente dire che è un chiacchierone impenitente, bislacco ibrido tra il pragmatico e il sognatore che con le donne non ci sa proprio fare ma (va a capi' perchè) c'ha una fortuna sfacciata... sarà che fa tenerezza e lui su 'sta cosa ci marcia o_0. Cos'altro? Be', con me è stato protagonista di un paio di episodi da cinema, o meglio ancora da sit com, confessioni imbarazzanti e disarmante sincerità ma non posso negare che mi ha fatto sempre divertire e per questo lo ringrazio tanto :).
Direi di aver detto abbastanza e se da bravo impiccione volesse sapere ancora qualcosa...se ne riparlerà. Forse in un'altra vita, quando saremo entrambi gatti ;)
Ma...Sono l'unica che si lascia convincere a vuotare il sacco in questo modo? o.0

venerdì, aprile 04, 2008

Déjà vu

Per alcuni quella strana sensazione di già visto e già vissuto è data da ricordi di altre vite che, nella gioia o nella disperazione, ci siamo lasciati alle spalle, con il loro bagaglio di sogni e di segreti timori.
Un film di qualche anno fa suggeriva invece che fossero anomalie del sistema ma potremmo anche credere che altro non siano che scherzi di un'immaginazione troppo fervida.
A me però non interessa spiegare il déjà vu: poco importa da cosa nasca. Vorrei solo rievocare quella sensazione ambigua, di stupore e familiarità che a volte mi smuove. E' successo mentre leggevo le pagine di un certo libro: raccontavano una storia che una parte di me conosceva già. E ho provato qualcosa di simile trovando sul mio tacquino parole che avevo scritto molto tempo fa, in un tempo così lontano da poter essere davvero appartenuto a un'altra vita. Mi è sembrato incredibile che quelle parole fossero resistite ad ogni legame con la persona che le aveva ispirate.
E poi mi è successo di incontrare per strada un vecchio insegnante che, ne sono certa, non mi ha riconosciuta eppure penso che, in qualche modo, vedermi passare l'abbia colpito e forse per un istante, sono stata anche io il suo deja vu.

domenica, marzo 30, 2008

...E' sbagliato e non ha limiti...

A volte i bambini disegnano cieli verdi e alberi rosa, mari rossi e montagne blu, ma non lo fanno per confusione, è una loro ispirazione segreta e inconscia che non possono controllare, perchè se per qualche motivo il loro sole diventa nero devono pur comunicarlo in qualche modo. Ora, mi sento come uno di questi bambini, con la differenza che non mi basta prendere un foglio di carta e colorare per rimettere ordine nell'universo. Fa caldo ma sento freddo, ho sonno e non dovrei, mangio senza fame e ascolto silenzi indistinti e allarmanti, agito la sfera e la neve, invece di cadere, resta indefinitivamente sospesa in aria. Insomma, avete capito, no? Seduta sul letto letto a gambe incrociate mi accorgo che c'è qualcosa dentro di me che...
Bah, buonanotte ai sognatori.

martedì, marzo 25, 2008

Gervaso: cactus alcolista del terzo millennio

Gervaso è un cactus come tanti altri. Vive in un vaso, nel terrazzino assolato di certi miei amici di Cosenza e, al contrario di tanti altri della sua razza, ha resistito alla proverbiale mancanza di pollice verde dei due individui che se ne prendono cura e che lo nutrono con quanto avanza di cene e festini e quindi birra, vino, alcolici in generale, fanta, coca cola e... perchè no? se capita anche caffè. Qualsiasi altra creatura, a quest'ora sarebbe morta, Gervaso (questo il nome scelto dai due cosentini per la graziosa piantina), gode invece di ottima salute e fa onore alla denominazione comune di "pianta grassa" dal momento che è arrivato a somigliare a un pallone verde con le spine.
Tutto questo delirio su un cactus che mai vi capiterà di incontrare nella vostra vita, mi serve a introdurre una nuova e sconvolgente rubrica: "Ditelo con i fiori e con le piante!". Navigando a caso su siti di giardinaggio ho scoperto tante cose simpatiche circa il linguaggio dei fiori. Alcune sono banali, è ad esempio di dominio pubblico la valenza simbolica di una rosa rossa, o ancora di quella gialla ma qualcuno sapeva che la rosa arancione è simbolo di fascino?
Naturalmente mi sono occupata per prima cosa dei miei fiori preferiti, e così ho scoperto che anche per i tulipani vale la regola per cui a colore diverso si abbina un significato diverso: il rosso è una dichiarazione d'amore, quello giallo rappresenta un amore disperato. Il papavero, che pur essendo un misero fiore di campo a me piace tanto, è il simbolo del sonno, il girasole per alcuni rappresenta l'adulazione per altri l'amore adorante...
Quale che sia il loro significato o la loro storia, i fiori mi infondono allegria =) ora però mi chiedo, che significato potrebbe mai avere, un giorno, vedersi regalato un Gervaso? o_O

venerdì, marzo 21, 2008

Di tutto un po'

Non si capisce il perchè, ma dopo lunghi momenti di stop, in cui perfino il mondo sembra avere smesso di girare, le cose ricominciano ad accadere: tutte. Contemporaneamente. E così chiamate, spostamenti, colloqui, persone perdute che vengono ritrovate, la primavera che torna dopo 9 mesi di latitanza e gente che mi sorride solo perchè mi vede con i capelli arruffati, sepolta sotto una montagna di bagagli- il chè forse non sarà una cosa straordinaria, ma è diventato così fuori dal comune vedere le persone sorridere, che quando avviene ci faccio caso.
E in mezzo a tutto questo vengo addirittura nominata in un meme, dal mio caro amico Coram, che è sempre troppo buono nel giudicarmi :P
Mi ha virtualmente recapitato un premio D-eci e lode, e ha così giustificato la scelta :

A Lieve, o meglio Ada, per la simpatia, per essere una persona che sa ascoltare, paziente e incantevolmente spensierata. E per i suoi racconti.

Spesso mi sento ben lontana da come lui mi ha descritta, ma mi riempie di gioia sapere che qualcuno mi vede così ^^.
Per questa volta non nomino nessuno, non perchè non esistano blogger meritevoli del premio ma perchè mi sono già beccata gli anatemi di mezzo web per aver coinvolto utenti pacifici in giochini e catene o_0...Ma per la prossima volta...Tremate! :P

domenica, marzo 16, 2008

Mediterraneamente

Sono a casa, per poco, ma abbastanza da rientrare nei ritmi di questa piccola città del sud che sabato mattina, come tutti le settimane, si è riempita di ambulanti e di bancarelle, tra le quali sono stata lieta di curiosare con la brava Nuvola. Il nuovo conservatorio si trova a due passi da casa mia, così quando per strada c'è silenzio, posso ascoltare la musica che viene da lì e siccome quando ero piccola, il mio vicino era un violinista, chissà com'è il suono del violino per me è diventato sinonimo di casa. E poi c'è il nostro mare. Per chiunque non sia cresciuto trovandoselo sotto gli occhi, il mare è l'estate, i costumi, gli ombrelloni, ma per chi era abituato a svegliarsi con nelle narici il profumo della salsedine, in tutte le stagioni, il mare è qualcosina di più. Se qualcuno mi chiedesse dove e quando mi sento a casa, potrei rispondere soltanto "qui e adesso" eppure, un po' di quel mare e di quella musica, li porto sempre con me.

martedì, marzo 11, 2008

Il libro è mio e non lo mollo!

Qui accanto, sulla mia scrivania, c'è una pila di libri che necessitano ancora di una collocazione più consona. Li ho ricevuti in prestito ieri mattina dall'amico Tracina, al quale prometto solennemente di restituirli al più presto.
A dire il vero, le parole "libro" e "prestare" pronunciate nella stessa frase, mi inquietano sempre un poco. E' quasi empirico che un libro prestato non torni più indietro. Appresi questa lezione nel lontano 1992 quando, ingenuamente, mi separai da una copia de "La Piccola Principessa" (abbiate pazienza, avevo 11 anni), che naturalmente non rividi mai più. Da allora presto i miei volumi solo a pochissimi e selezioni soggetti, dei quali prima mi preoccupo di conoscere l'indirizzo. I libri hanno quell'insolita qualità che permette loro di fondersi con l'ambiente circostante e dare l'impressione di avervi sempre fatto parte, ma un occhio allenato può in ogni caso essere in grado di riconoscere i propri. Contrariamente a quanto si possa credere, non sono di quelle persone che hanno una cura maniacale delle proprie proprietà e, specialmente in relazione ai libri, devo dire che mi piace "viverli": scriverci note a margine, sottolinearli, evidenziarli. Non mi interessa che restino nelle stesse condizioni in cui li ho comprati, purchè...Restino!

venerdì, marzo 07, 2008

Dove osano i polli

Sono abbastanza obiettiva da sapere di non essere una gran bellezza e qualora avessi dei dubbi a riguardo, non mancherebbe chi me lo farebbe notare (ogni riferimento ad Anonimi perditempo è casuale), tuttavia sono pur sempre una ragazza e, si sa, può capitare che qualcuno ci provi.
Anche quando fingono che non sia così le ragazze amano ricevere complimenti - che siano nei limiti della decenza- e possono nutritre una qualche tenerezza perfino per il più scalcagnato dei corteggiatori. Ci sono casi però in cui pur se il complimento non è offensivo e il corteggiatore, almeno all'apparenza, non è un caso umano, fare i salti di gioia non è comunque possibile.
Ieri sera stavo rincasando a piedi. Era un breve tragitto e a dire il vero ero quasi arrivata, quando mi accorgo che un'auto mi segue, a passo d'uomo, rasente il marciapiedi e contromano. Ero già pronta a rifilare le solite informazioni stradali quando il guidatore, che poi era anche un ragazzo carino, mi dice "Sei bellissima". Indossavo un piumino da eschimese e causa pioggia i miei capelli erano più o meno così, per cui in quel momento mi sono seriamente interrogata circa l'ideale di bellezza del suddetto ragazzo, ma non mi sembrava il caso di polemizzare, quindi ho ringraziato e ho continuato a camminare. Lui continua a seguirmi e mi chiede se possiamo conoscerci.
Immaginate la scena: le 10 di sera, in una strada deserta, sotto la pioggia, passa uno in macchina e ti chiede di diventare amici Come dire di no a una richiesta del genere ?

Sono io ad avere idee bislacche in proposito o costui era un pazzo a credere di poter rimorchiare qualcuno in quella circostanza?...Oddio, forse se iniziava a grandinare... o_0 Ma lasciamo stare.
A parte, dicevo, i casi eccezionali, trovo che nella vita valga la pena buttarsi, anche se il due di picche è in attesa dietro l'angolo, il peggio che possa capitare è un no. Io a dire il vero non sono il massimo dell'intraprendenza, però si dà il caso che mi sia pentita solo di quando non ho tentato, e mai del contrario.
Non credo che questo post vi abbia resi più saggi, ma va bene lo stesso

martedì, marzo 04, 2008

La musica ci salverà. Ma chi ci salverà dalla musica?

Volevo evitarlo, davvero ci ho provato a ignorare l'argomento, ma con tutto quello che si è detto e si continua a dire in giro di Sanremo, alla fine ho capitolato e ho deciso di buttare qui qualche osservazione sul festival. L' Anonimo Intellettuale mi ha fatto sapere di essere rimasto sgomento di fronte al criptico testo della Tatangelo. Mi sorprende che l'abbia udita, io cambiavo canale quando toccava a lei, purtroppo non sono stata abbastanza lesta di riflessi da perdere l'attimo impagabile in cui ha detto a Gigi che lo ama. Adesso ho gli incubi.
Della canzone che ha vinto posso dire solo una cosa: presto o tardi la canterò al Karaoke, non me ne vogliano i miei compagni di baldorie, se la prendessero con Jo di Tonno e Lola Ponce. Io tifavo per Max Gazzè. Lo avevo ascoltato la prima volta senza troppa convinzione, ma nell'esibizione con Marina Rei e Paola Turci la canzone mi è parsa davvero bellissima.
Le vallette erano belle, eleganti, vallettosissime, ma non ne sentirò la mancanza, di loro mi chiedo solo "Ma erano proprio necessarie?". Al che qualcuno mi dirà che neanche quello che scrivo io è necessario e nessuno me lo fa notare, ma voi avete miliardi di blog tra cui scegliere, mentre io, in definitiva, non ho nemmeno sky!
Due parole merita anche la giuria-ok lo so che gli italiani son tutti bravi a fare la nazionale meglio di Trapattoni e Sanremo meglio di Baudo- ma qualcuno me lo spiega con che criterio Frizzi, la Colombari e Fede stavano lì a sindacare su cosa è ascoltabile e cosa no?!!!! Ma siamo seri...Federico Moccia di melodia e intonazione ne sa quanto me. E per finire voglio dire una cosa che so già essere impopolare: a me Cammariere non è piaciuto per niente. La musica era piacevole, è vero, ma il testo? Sicuramente la fama di poeta non se l'è fatta con parole come quelle...
Ok, ho finito. E di Sanremo non ne parlerò più, almeno fino al prossimo anno ^^.

venerdì, febbraio 29, 2008

Che potere avrebbe l'inferno se i dannati non potessero sognare il paradiso?

Sandman e, come sempre quando mi dedico alla lettura di un'opera di Gaiman, il mio unico rammarico è che abbia una fine. E' un autore che adoro. Non importa se narra di quel Nessundove che si trova tra le crepe dei muri di Londra o degli dei senza terra di American Gods. Non è importante se scrive una favola dark in cui la strega ha due bottoni al posto degli occhi o se si avvale di illustratori e disegnatori per dare un volto a Death e agli altri Eterni. Che i suoi siano i brevi racconti di Fragile Things o opere più voluminose come Good Omens, o sceneggiature, o graphic novels non cambia la sostanza di quello che narra, una sostanza che poi è nebbiosa ed evanescente e che pure attecchisce nei ricordi e nell'immaginario dei suoi lettori, perchè Gaiman attinge con disinvoltura e maestria ai temi e agli archetipi di tutti i tempi.
Ho appena terminato Le Terre del Sogno, terzo volume della serie
Da buon inglese ha anche una sua ironia, che qua e là emerge più che altrove, per esempio durante la sua collaborazione con Terry Pratchett, come era ovvio aspettarsi. Come personaggio "pubblico" mi è anche molto simpatico, non è di quelli che si sentono dei in terra, e dimostra sempre molto riguardo per i suoi fan, che hanno un filo diretto con lui grazie al suo aggiornatissimo blog. Adesso spero di recuperare qualche DVD con Neverwhere, anche se la vedo difficile, di sicuro però, appena torno a casa, guarderò Stardust ;)

martedì, febbraio 26, 2008

Rimorsi forse, rimpianti mai, perchè non è per sempre ma finchè potrai


Non sono impazzita o comunque questa non ne è la prova: è solo una delle chiavi di ricerca che conducono in questi presunti spazi e ultimamente tra le più originali, perchè google dirotta qui sempre più romanticoni in cerca di lettere d'amore o_° e di altre amenità del genere: "Ama il tuo sogno se pur ti tormenta", "Un giorno o l'altro se sia un sogno non si sa, ma se succede ti rubo l'anima"...Alcuni di questi navigatori dovrebbero incontrarsi: quello che chiede "Com'è una donna affascinante?" e quella che gli risponde "Sono una donna e, in quanto tale, affascinante". Ce n'è una che dice "Tanto prima o poi il mio principe lo trovo", la ammiro per la sicurezza, ma la metto in guardia sulle brutte sorprese in quanto mi informano che esistono "uomini con la coda". Rimando chi si interroga sul fatto che esista il contrario della solitudine al mio primo post in questo blog e mando i miei saluti a chi cercava foto di chihuahua ubriachi, se non altro perchè me ne mandi una se poi la riesce a trovare :P. E tanto perchè non si dica che non faccio mai niente di utile, se cliccate sulle prossime parole vi appariranno i kanji corrispondenti, così non fate più confusione, visto che gli unici che si trovano in questa pagina sono quelli di amore e sogno. Ecco a voi fuocoamiciziavuoto, che sono fra i più richiesti.
Le ricerche apparse negli ultimi mesi sulle mie statistiche sono piuttosto "sane", l'unica eccezione è quella che cercava la De Filippi nuda, o_° questa sì che è perversione ragazzi :P

venerdì, febbraio 22, 2008

Non siamo soli nell'immenso vuoto che c'è...

Pochi giorni fa un'eclissi di luna.
Astrofili dilettanti e semplici curiosi, osservatori distratti e altri più interessati, con il naso all'insù hanno assistito a questo piccolo fenomeno e probabilmente, almeno per qualche istante, i loro pensieri si sono rivolti a un altrove indefinitivamente lontano, a spazi così distanti da non trovare neanche definizione.

Quando andavo al liceo, avevo il pallino per la geografia astronomica. A quel tempo avrei saputo elencare i nomi di tutte le lune di Giove e riconoscevo almeno le costellazioni più importanti di questo emisfero :P, e poi mi interessava l'ufologia, la fantarcheologia, i cerchi nel grano... Intendiamoci, non credo che le piramidi siano state costruite da civiltà aliene e nemmeno che ogni giorno qualche anonimo terrrestre venga rapito e sottoposto a misteriose analisi da intelligenze di un altro pianeta, però mi interessava sentire i motivi che avevano indotto altri a crederlo. Ciò non toglie che agli extraterrestri ci credo. Non ritengo che se ne vadano in giro per le galassie ad arrecare fastidio agli altri, ma penso che stiano laggiù, nella loro parte di universo, a vivere una vita che segue altri schemi, altri canoni, altre leggi. E penso che vada bene così. Non siamo soli nell'universo, ma da quegli Altri ci separano distanze fisiche e temporali tali che mi inducono a pensare che, probabilmente per sempre, potremo soltanto immaginarci a vicenda.

lunedì, febbraio 18, 2008

Preferisco essere un sognatore fra i più umili con visioni da realizzare...

...piuttosto che il principe di un popolo senza sogni nè desideri.
Parto da questa frase di Gibran che si riferiva ai sogni che si vivono di giorno, per parlare di quelli che compaiono di notte, anche se mi riservo di ritornarci su quelle visioni cui si riferiva il poeta ;)
Non credo a un significato specifico dei sogni, se non come frammenti della nostra vita che emergono nel momento in cui la nostra coscienza riposa, ma quando mi sveglio di soprassalto e il loro ricordo è ancora vivido, tanto che il battito del mio cuore è accelerato dall'emozione o dal timore, il mondo oltre il velo del sonno diventa oggetto di riflessione.
A volte mi chiedo come mai un tempo sognavo di più o perchè almeno ricordassi i sogni nel dettaglio, oppure mi chiedo come mai non riesca a svegliarmi nel momento in cui la finzione è scoperta e mi accorgo che sto dormento, o ancora mi domando dove sia finito il mio sogno ricorrente. Mi trovavo al mare e le onde cominciavano a crescere. Correvo in spiaggia, ma quelle diventavano più alte, costringendomi a fuggire via, in alto, correndo per le scale che erano l'unica via di accesso alla spiaggetta che frequento da quando ero piccola. Correvo, ma le onde erano sempre a un passo da me, finchè non giungevo a casa e mi chiudevo la porta alle spalle, ma l'acqua filtrava sotto l'uscio, e a quel punto il sogno terminava...Non esattamente un bel sogno, ma mi ha fatto compagnia in molte notti e adesso non più. Eppure, piuttosto che annegare, avrei tanto voluto sognare di volare. Qualcuno ha un sogno ricorrente? E li ricordate i vostri sogni? Ci credete? Io so di persone che dormono con un quaderno sul comodino per poter scrivere dei loro sogni appena svegli, chissà se anche fra voi c'è qualcuno che lo fa =)

venerdì, febbraio 15, 2008

Ti ricordi gli inverni delle fiabe?

Ci sono fiabe che mi sono sempre piaciute. Alcune non erano granchè contenutisticamente parlando, ma la voce e i gesti del narratore le rendevano speciali alle mie orecchie di bambina. Come cappuccetto rosso. Vi siete mai chiesti perchè i piccoli continuano ad ascoltarla anche quando ormai ne conoscono a memoria ogni parola? Buffo, ma è così.
Poi amavo le fiabe di Capuana. Ne ricordo una che si intitolava "Spera di sole". Era una ragazza bruttissima, ma la mamma le ripeteva sempre "Sarai regina se Dio lo vuole" e a me questa sembrava una rima eccezionale :P.

Ricordo anche le fiabe in cassetta, avete presente "A milleee ce neee, nel mio cuore di fiabe da narrar..."? Ecco, mi piacevano anche quelle e mi rimase impressa l'immagine di una scatola piena di farfalle in una che si intitolava "L'orologiaio". Tra le storie per bambini però, non posso dimenticare Alice nel paese delle Meraviglie, a cui mi lega soprattutto il cartone animato. Devo ammettere che un pò mi faceva paura, quando ad esempio comparivano i Palmipedoni, però adoravo lo Stregatto e il Cappellaio Matto e forse un mio rimpianto è di non aver mai incontrato nella vita nè un gatto nè un cappellaio che somigliassero loro.
Tra tutte le storie e le animazioni, la mia preferita era La Spada nella Roccia. Avevo la videocassetta e l'ho consumata a furia di rivederla. Anche adesso però devo ammettere che il mago Merlino e la maga Magò hanno un certo fascino :P.
Ci sono storie che vi hanno fatti sognare da bambini e magari continuano anche adesso che siete più grandicelli? Ci sono storie che avreste voluto scrivere voi e vi siete mai cimentati nel raccontare una storia a un bambino?
Io ci ho provato, una volta, ma con pessimi risultati :P