domenica, marzo 30, 2008

...E' sbagliato e non ha limiti...

A volte i bambini disegnano cieli verdi e alberi rosa, mari rossi e montagne blu, ma non lo fanno per confusione, è una loro ispirazione segreta e inconscia che non possono controllare, perchè se per qualche motivo il loro sole diventa nero devono pur comunicarlo in qualche modo. Ora, mi sento come uno di questi bambini, con la differenza che non mi basta prendere un foglio di carta e colorare per rimettere ordine nell'universo. Fa caldo ma sento freddo, ho sonno e non dovrei, mangio senza fame e ascolto silenzi indistinti e allarmanti, agito la sfera e la neve, invece di cadere, resta indefinitivamente sospesa in aria. Insomma, avete capito, no? Seduta sul letto letto a gambe incrociate mi accorgo che c'è qualcosa dentro di me che...
Bah, buonanotte ai sognatori.

martedì, marzo 25, 2008

Gervaso: cactus alcolista del terzo millennio

Gervaso è un cactus come tanti altri. Vive in un vaso, nel terrazzino assolato di certi miei amici di Cosenza e, al contrario di tanti altri della sua razza, ha resistito alla proverbiale mancanza di pollice verde dei due individui che se ne prendono cura e che lo nutrono con quanto avanza di cene e festini e quindi birra, vino, alcolici in generale, fanta, coca cola e... perchè no? se capita anche caffè. Qualsiasi altra creatura, a quest'ora sarebbe morta, Gervaso (questo il nome scelto dai due cosentini per la graziosa piantina), gode invece di ottima salute e fa onore alla denominazione comune di "pianta grassa" dal momento che è arrivato a somigliare a un pallone verde con le spine.
Tutto questo delirio su un cactus che mai vi capiterà di incontrare nella vostra vita, mi serve a introdurre una nuova e sconvolgente rubrica: "Ditelo con i fiori e con le piante!". Navigando a caso su siti di giardinaggio ho scoperto tante cose simpatiche circa il linguaggio dei fiori. Alcune sono banali, è ad esempio di dominio pubblico la valenza simbolica di una rosa rossa, o ancora di quella gialla ma qualcuno sapeva che la rosa arancione è simbolo di fascino?
Naturalmente mi sono occupata per prima cosa dei miei fiori preferiti, e così ho scoperto che anche per i tulipani vale la regola per cui a colore diverso si abbina un significato diverso: il rosso è una dichiarazione d'amore, quello giallo rappresenta un amore disperato. Il papavero, che pur essendo un misero fiore di campo a me piace tanto, è il simbolo del sonno, il girasole per alcuni rappresenta l'adulazione per altri l'amore adorante...
Quale che sia il loro significato o la loro storia, i fiori mi infondono allegria =) ora però mi chiedo, che significato potrebbe mai avere, un giorno, vedersi regalato un Gervaso? o_O

venerdì, marzo 21, 2008

Di tutto un po'

Non si capisce il perchè, ma dopo lunghi momenti di stop, in cui perfino il mondo sembra avere smesso di girare, le cose ricominciano ad accadere: tutte. Contemporaneamente. E così chiamate, spostamenti, colloqui, persone perdute che vengono ritrovate, la primavera che torna dopo 9 mesi di latitanza e gente che mi sorride solo perchè mi vede con i capelli arruffati, sepolta sotto una montagna di bagagli- il chè forse non sarà una cosa straordinaria, ma è diventato così fuori dal comune vedere le persone sorridere, che quando avviene ci faccio caso.
E in mezzo a tutto questo vengo addirittura nominata in un meme, dal mio caro amico Coram, che è sempre troppo buono nel giudicarmi :P
Mi ha virtualmente recapitato un premio D-eci e lode, e ha così giustificato la scelta :

A Lieve, o meglio Ada, per la simpatia, per essere una persona che sa ascoltare, paziente e incantevolmente spensierata. E per i suoi racconti.

Spesso mi sento ben lontana da come lui mi ha descritta, ma mi riempie di gioia sapere che qualcuno mi vede così ^^.
Per questa volta non nomino nessuno, non perchè non esistano blogger meritevoli del premio ma perchè mi sono già beccata gli anatemi di mezzo web per aver coinvolto utenti pacifici in giochini e catene o_0...Ma per la prossima volta...Tremate! :P

domenica, marzo 16, 2008

Mediterraneamente

Sono a casa, per poco, ma abbastanza da rientrare nei ritmi di questa piccola città del sud che sabato mattina, come tutti le settimane, si è riempita di ambulanti e di bancarelle, tra le quali sono stata lieta di curiosare con la brava Nuvola. Il nuovo conservatorio si trova a due passi da casa mia, così quando per strada c'è silenzio, posso ascoltare la musica che viene da lì e siccome quando ero piccola, il mio vicino era un violinista, chissà com'è il suono del violino per me è diventato sinonimo di casa. E poi c'è il nostro mare. Per chiunque non sia cresciuto trovandoselo sotto gli occhi, il mare è l'estate, i costumi, gli ombrelloni, ma per chi era abituato a svegliarsi con nelle narici il profumo della salsedine, in tutte le stagioni, il mare è qualcosina di più. Se qualcuno mi chiedesse dove e quando mi sento a casa, potrei rispondere soltanto "qui e adesso" eppure, un po' di quel mare e di quella musica, li porto sempre con me.

martedì, marzo 11, 2008

Il libro è mio e non lo mollo!

Qui accanto, sulla mia scrivania, c'è una pila di libri che necessitano ancora di una collocazione più consona. Li ho ricevuti in prestito ieri mattina dall'amico Tracina, al quale prometto solennemente di restituirli al più presto.
A dire il vero, le parole "libro" e "prestare" pronunciate nella stessa frase, mi inquietano sempre un poco. E' quasi empirico che un libro prestato non torni più indietro. Appresi questa lezione nel lontano 1992 quando, ingenuamente, mi separai da una copia de "La Piccola Principessa" (abbiate pazienza, avevo 11 anni), che naturalmente non rividi mai più. Da allora presto i miei volumi solo a pochissimi e selezioni soggetti, dei quali prima mi preoccupo di conoscere l'indirizzo. I libri hanno quell'insolita qualità che permette loro di fondersi con l'ambiente circostante e dare l'impressione di avervi sempre fatto parte, ma un occhio allenato può in ogni caso essere in grado di riconoscere i propri. Contrariamente a quanto si possa credere, non sono di quelle persone che hanno una cura maniacale delle proprie proprietà e, specialmente in relazione ai libri, devo dire che mi piace "viverli": scriverci note a margine, sottolinearli, evidenziarli. Non mi interessa che restino nelle stesse condizioni in cui li ho comprati, purchè...Restino!

venerdì, marzo 07, 2008

Dove osano i polli

Sono abbastanza obiettiva da sapere di non essere una gran bellezza e qualora avessi dei dubbi a riguardo, non mancherebbe chi me lo farebbe notare (ogni riferimento ad Anonimi perditempo è casuale), tuttavia sono pur sempre una ragazza e, si sa, può capitare che qualcuno ci provi.
Anche quando fingono che non sia così le ragazze amano ricevere complimenti - che siano nei limiti della decenza- e possono nutritre una qualche tenerezza perfino per il più scalcagnato dei corteggiatori. Ci sono casi però in cui pur se il complimento non è offensivo e il corteggiatore, almeno all'apparenza, non è un caso umano, fare i salti di gioia non è comunque possibile.
Ieri sera stavo rincasando a piedi. Era un breve tragitto e a dire il vero ero quasi arrivata, quando mi accorgo che un'auto mi segue, a passo d'uomo, rasente il marciapiedi e contromano. Ero già pronta a rifilare le solite informazioni stradali quando il guidatore, che poi era anche un ragazzo carino, mi dice "Sei bellissima". Indossavo un piumino da eschimese e causa pioggia i miei capelli erano più o meno così, per cui in quel momento mi sono seriamente interrogata circa l'ideale di bellezza del suddetto ragazzo, ma non mi sembrava il caso di polemizzare, quindi ho ringraziato e ho continuato a camminare. Lui continua a seguirmi e mi chiede se possiamo conoscerci.
Immaginate la scena: le 10 di sera, in una strada deserta, sotto la pioggia, passa uno in macchina e ti chiede di diventare amici Come dire di no a una richiesta del genere ?

Sono io ad avere idee bislacche in proposito o costui era un pazzo a credere di poter rimorchiare qualcuno in quella circostanza?...Oddio, forse se iniziava a grandinare... o_0 Ma lasciamo stare.
A parte, dicevo, i casi eccezionali, trovo che nella vita valga la pena buttarsi, anche se il due di picche è in attesa dietro l'angolo, il peggio che possa capitare è un no. Io a dire il vero non sono il massimo dell'intraprendenza, però si dà il caso che mi sia pentita solo di quando non ho tentato, e mai del contrario.
Non credo che questo post vi abbia resi più saggi, ma va bene lo stesso

martedì, marzo 04, 2008

La musica ci salverà. Ma chi ci salverà dalla musica?

Volevo evitarlo, davvero ci ho provato a ignorare l'argomento, ma con tutto quello che si è detto e si continua a dire in giro di Sanremo, alla fine ho capitolato e ho deciso di buttare qui qualche osservazione sul festival. L' Anonimo Intellettuale mi ha fatto sapere di essere rimasto sgomento di fronte al criptico testo della Tatangelo. Mi sorprende che l'abbia udita, io cambiavo canale quando toccava a lei, purtroppo non sono stata abbastanza lesta di riflessi da perdere l'attimo impagabile in cui ha detto a Gigi che lo ama. Adesso ho gli incubi.
Della canzone che ha vinto posso dire solo una cosa: presto o tardi la canterò al Karaoke, non me ne vogliano i miei compagni di baldorie, se la prendessero con Jo di Tonno e Lola Ponce. Io tifavo per Max Gazzè. Lo avevo ascoltato la prima volta senza troppa convinzione, ma nell'esibizione con Marina Rei e Paola Turci la canzone mi è parsa davvero bellissima.
Le vallette erano belle, eleganti, vallettosissime, ma non ne sentirò la mancanza, di loro mi chiedo solo "Ma erano proprio necessarie?". Al che qualcuno mi dirà che neanche quello che scrivo io è necessario e nessuno me lo fa notare, ma voi avete miliardi di blog tra cui scegliere, mentre io, in definitiva, non ho nemmeno sky!
Due parole merita anche la giuria-ok lo so che gli italiani son tutti bravi a fare la nazionale meglio di Trapattoni e Sanremo meglio di Baudo- ma qualcuno me lo spiega con che criterio Frizzi, la Colombari e Fede stavano lì a sindacare su cosa è ascoltabile e cosa no?!!!! Ma siamo seri...Federico Moccia di melodia e intonazione ne sa quanto me. E per finire voglio dire una cosa che so già essere impopolare: a me Cammariere non è piaciuto per niente. La musica era piacevole, è vero, ma il testo? Sicuramente la fama di poeta non se l'è fatta con parole come quelle...
Ok, ho finito. E di Sanremo non ne parlerò più, almeno fino al prossimo anno ^^.