Sandman e, come sempre quando mi dedico alla lettura di un'opera di Gaiman, il mio unico rammarico è che abbia una fine. E' un autore che adoro. Non importa se narra di quel Nessundove che si trova tra le crepe dei muri di Londra o degli dei senza terra di American Gods. Non è importante se scrive una favola dark in cui la strega ha due bottoni al posto degli occhi o se si avvale di illustratori e disegnatori per dare un volto a Death e agli altri Eterni. Che i suoi siano i brevi racconti di Fragile Things o opere più voluminose come Good Omens, o sceneggiature, o graphic novels non cambia la sostanza di quello che narra, una sostanza che poi è nebbiosa ed evanescente e che pure attecchisce nei ricordi e nell'immaginario dei suoi lettori, perchè Gaiman attinge con disinvoltura e maestria ai temi e agli archetipi di tutti i tempi.Ho appena terminato Le Terre del Sogno, terzo volume della serie
Da buon inglese ha anche una sua ironia, che qua e là emerge più che altrove, per esempio durante la sua collaborazione con Terry Pratchett, come era ovvio aspettarsi. Come personaggio "pubblico" mi è anche molto simpatico, non è di quelli che si sentono dei in terra, e dimostra sempre molto riguardo per i suoi fan, che hanno un filo diretto con lui grazie al suo aggiornatissimo blog. Adesso spero di recuperare qualche DVD con Neverwhere, anche se la vedo difficile, di sicuro però, appena torno a casa, guarderò Stardust ;)






