mercoledì, dicembre 05, 2007

E se l'anatroccolo della fiaba fosse stato semplicemente brutto?

Siamo cresciuti ascoltando la fiaba che racconta di come un brutto anatroccolo fosse in realtà un cigno, tanto bello da far schiattare di invidia i suoi presunti fratelli una volta divenuto adulto. E' una storia da non prendere alla leggera perchè a mio avviso inculca nella mente dei bambini un concetto non da poco. Inculca cioè che siamo destinati a qualcosa di più, che non siamo quello che sembriamo, che siamo crisalidi in attesa di diventare farfalle...Spesso è vero, ma se ci accorgiamo che non è così? Voglio dire, esistono le farfalle, esistono i cigni orfani ma esistono anche i vermetti che restano vermetti e gli anatroccoli senza problemi di paternità e a tutti gli effetti brutti. E cosa mai possiamo raccontare a questi (veri) brutti anatroccoli? Di sicuro non che un giorno si sveglieranno con il collo lungo e le piume bianche. Io credo che la verità non andrebbe celata, ma servita nuda e cruda se pur con con alcune precisazioni. Ecco...si può essere un anatroccolo poco piacente ma con tante altre buone qualità, o magari con poche qualità o anche con una sola qualità ma l'importante è mettere a frutto quelle doti che si hanno e che l'anatroccolo sappia di averle. Come disse qualcuno più saggio di me, "Siate un cespuglio se non potete essere un albero. Se non potete essere una via maestra siate un sentiero. Siate il meglio di qualsiasi cosa siate."

19 commenti:

philippewinter ha detto...

a me pare che quello che noi intendiamo per anatroccolo (noi?) per l'anatroccolo è la vita...
(e chissà, anche per noi)

sta sera una sera importante per me
e non mi sento nè cigno nè anatroccolo...

baci

Fabioletterario ha detto...

Allora non sarebbe stata una fiaba... :-)

Anonimo ha detto...

Spesso l'ho pensata così, ora no. Senza speranze né certezze, non si può essere nient'altro che l'anatroccolo brutto.

"La vita è dura, dopo la vita dovrebbe essere più semplice", così più o meno disse il capitano dell'Olandese Volante.


M.

dawoR*** ha detto...

che poi il bello ed il brutto sono concetti di una fragilità estrema,quasi commovente...

:) dawoR***

Anonimo ha detto...

Penso che il brutto anatroccolo sia l'incarnazione delle nostre speranze; insomma...tutti vogliamo credere che prima o poi le cose cambiano e si trasformino in meglio...è la voglia di rivalsa insita in ognuno di noi...Ciao Lieve, stasera passavo da qui!!!!Buone cose...

Lieve ha detto...

Ciao Crazy Horse, ben tornata^^...quello che dici è molto vero, la storia del brutto anatroccolo è la storia delle nostre speranze...in realtà mi piace quella storia, solo che a volte mi stufo delle speranze o_0

Philippe...spero che ieri sia andata bene ;)

Dawor...in effetti non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace ;)

Coram...ovviamente non potevi che citarmi l'olandese volante ;)

Anonimo ha detto...

Grazie dell'accoglienza però...son ragazzo non ragazza!

Lieve ha detto...

Errore mio...pardon...
Non chiedermi perchè ma quando leggo un nick stravagante penso subito a una ragazza, anche se non c'è alcun motivo per fare una simile associazione o_0
Avevo il 50% di possibilità, ed ho sbagliato °_°

Anonimo ha detto...

Chiamami Luca allora, il mio vero nome...A presto.

Lieve ha detto...

Ok, allora Luca ^^
Alla prossima ;)

Anonimo ha detto...

Ho sempre pensato che le fiabe servono più agli adulti piuttosto che ai bimbi. ciao
http://ilparra.myblog.it

guccia ha detto...

Io sempre pensato che il più grosso problema di "razzismo" sia quello nei confronti dei brutti (quasi essenzialmente delle brutte donne). Io amo un brutto e non sono mai stata così felice in tutta la mia vita ;)

La vita è più facile per i belli, ma i brutti dalla loro hanno la sensibilità di chi non si sente a livello degli altri...

Anonimo ha detto...

Curioso come siamo d'accordo: scrivevo la stessa cosa con altre parole (ma nemmeno poi tanto diverse), poco tempo fa.

http://vogliosapere.iobloggo.com/archive.php?eid=354

Anonimo ha detto...

non siamo, non siamo...non siaamooo
mc

Arthur ha detto...

Anche io ho fatto la stessa considerazione. Ma è una bella fiaba e da speranza. Se quando cresci sarai rimasto oggettivamente brutto, almeno avrai la saggezza per accettarlo.
E poi che problemi ti fai, non sarai mica brutta tu?

Anonimo ha detto...

@guccia

>>"La vita è più facile per i belli, ma i brutti dalla loro hanno la sensibilità di chi non si sente a livello degli altri..."

A parlar per luoghi comuni si uccide la creatività e la propria capacità di costruire pensieri utili e intelligenti.

E' luogo comune affermare che i brutti possano avere sensibilità "particolari" non concesse a chi brutto non è. Indispettisce questa eterna corsa al riequilibrio. Questa voglia perenne di voler bilanciare la "bruttezza" con i diversi e odiosi "però...". Però... il brutto è più sensibile; però... il non bello è più intelligente; però... il non piacente, non essendo considerato da molti, ha l'interiorità dei poeti.

Tutte stupidaggini.

Ho conosciuto ragazze bellissime, intelligenti e sensibili più di qualsiasi "brutta" si voglia dire. Che avevano interiorità da far invidia a chiunque cercasse di trovare in loro qualcosa, almeno, che non andasse. Solo per renderle più "umane" e non tanto distanti da chi, con invidia e in silenzio, le voleva imitare.

Il fatto che guccia e lieve, ad esempio, non siano belle non le deve autorizzare a pensare di avere qualcosa in più di tante altre che invece lo sono.
Si è come si è....a prescindere dall'aspetto. Si è intelligenti, sensibili, stupidi, logorroici, timidi, taciturni, solari e quant'altro si voglia dire a prescindere dall'aspetto esteriore.
Questo dovrebbe essere chiaro. Il voler insinuare altro è solo favola.

Poi che il fatto di "sentire di avere" qualcosa in più delle belle possa consolare questo è un altro affare.

Ma è solo consolazione. Null'altro. Nulla a che fare con l'empirismo.

kabalino ha detto...

Io alla cosa in questi termini, così come la dici tu, non l'avevo mica mai pensata...però mi sa che hai un pò ragione...anzi, più di un pò

guccia ha detto...

Caro corpus, forse fai più luoghi comuni tu arrivando anche solo a pensare che io abbia mai scritto o detto che le belle non possono essere persone intelligenti.

Di sicuro non entri nel merito della sofferenza e la sofferenza non la da solo la bruttezza, questo è certo.

A volte i luoghi comuni sentiti a fondo nascondono molto. Non fare luoghi comuni disprezzando i luoghi comuni potresti perderne tanta ricchezza.

Comunque grazie di aver esternato questa tua necessità di insegnare, ne sentivo il bisogno.

L'unica cosa che non accetto è che tu possa dire che io sto cercando, nella mia bruttezza, di trovare in me qualcosa in più degli altri, ti sbagli molto più di quanto mi sia sbagliata io nel mio luogo comune di cercare il bello e la profondità di ognuno oltre l'esteriore. Vedi? Non sono sola nel mio pensiero limitato che trova splendida la poesia del difetto tanto come certa poesia del perfetto.

Anonimo ha detto...

@guccia

Scrivo quello che tu hai scritto:

>>"La vita è più facile per i belli, ma i brutti dalla loro hanno la sensibilità di chi non si sente a livello degli altri..."

Se non riesci a capire nemmeno quello che tu stessa hai scritto è solo un tuo problema.

Per il resto i tuoi sono solo giri di parole che non dicono nulla.